Napoli ora sì. Siamo solo noi

Di Vincenzo Famiglietti

Se il calcio fosse una scienza esatta sarebbe stato logico prevedere che dopo i sei gol di Amsterdam, il Napoli ne avrebbe dovuti segnare almeno il doppio in casa della pericolante Cremonese. Ma il gioco più bello del mondo non lo è: in terra lombarda gli azzurri hanno dovuto faticare più che all’Aiax Arena per farne quattro. Hanno sì stravinto nel finale dopo aver rischiato di pareggiare una gara che si era messa piuttosto in bilico, dopo il pareggio dei padroni di casa. Una formazione tutt’altro che arrendevole il grande amore del compianto Gigi Simone, che è stata in corsa fino a una ventina di minuti dalla corsa negli spogliatoi. Alla fine la differenza l’hanno fatta i campioni. Quei giocatori di eccelsa classe che una matricola non può permettersi.

In realtà, il Napoli ha accusato per tre quarti della gara, la stanchezza accumulata in Champions. Napoli non spumeggiante come ad Amsterdam, ma pratico ed essenziale.  La storica vittoria di Coppa aveva lasciato scorie ed acido lattico. Ed anche un po’ di confusione nelle teste.

Effetti collaterali che si sono sentite eccome a Cremona. Azzurri affaticati e un po’ intontiti. A momenti deconcentrati. Alla fine sono stati decisivi i cambi di Spalletti che ha messo in campo forze fresche. I subentrati hanno cambiato il corso della sfida. Sono stati decisivi. Grazie a Giuntoli e alla sua invidiabile campagna acquisti, e a un pizzico di buona sorte che non guasta mai, quest’anno c’è una rosa ampia, farcita di giocatori di eguale livello. Molto alto. Non più le mezze cartucce delle passate stagioni. E manca ancora Osimhen. Nonostante l’assenza del nigeriano, l’attacco è micidiale: dieci reti nelle ultime due partite in trasferta sono uno score da tritasassi. E’ ora inevitabile, e un po’ provocatorio ma non più di tanto, asserire che Osimhen debba riconquistarsi il posto da titolare. Meglio così. Abbondanza fa rima con vittorie e grandi traguardi.

Classifica: il Napoli si accaparra il primo posto in solitaria. Decisivo lo stop dell’Atalanta ad Udine. La squadra di Gasperini è stata molto parsimoniosa nel primo tempo, ma ha accusato un ritorno sfavillante dell’Udinese e ha dovuto lasciare in Friuli due punti. Fra le rivali ha impressionato solo il Milan. Imperioso e prepotente nel suo demolire una Juve ancor tutta una grave incognita.

La gara, come detto, per gli azzurri non è stata affatto una passeggiata, sebbene il punteggio lo possa far immaginare a chi non abbia assistito ai 95′ ben tirati di Cremona.

Il palo di Rrahmani dopo pochi minuti sembrava segnale di dominio azzurro. Ma dopo poco la Cremonese pareggiava i legni. Che spavento per Meret. Ai padroni di casa non andava giù di fare la parte degli sparring partner. Pochi punti in classifica, le tipiche debolezze delle neo-promosse ma qualità e applicazione da potersi giocare ancora la salvezza.

Poi il folletto Kvara si è procurato un rigore. Brivido Politano, ma stavolta ha calciato alla perfezione, 0-1. Nota di merito: tanto per non cambiare il georgiano è stato il migliore in campo.

Ad inizio ripresa però è accaduto il temporaneo pasticcio. La Cremonese, che non aveva mollato, ha sfruttato un rimpallo malefico e una disattenzione dei centrali del Napoli e pareggiato. Alchè la partita s’è fatta rognosa per il gruppo Spalletti. I lombardi hanno preso più coraggio. Ringalluzziti dal pareggio, non sono mancati i grattacapi per la difesa azzurra.

Il ritmo è divenuto sornione per gran parte della ripresa, con un Napoli col fiatone e poco incisivo. A quel punto le sostituzioni hanno fatto la differenza e tirato il Napoli fuori dalle secche di una partita che si andava impantanando. C’è voluto un’elevazione circense di Simeone, su assist di Mario Rui, per risolvere una partita bloccata. Il Cholito ha realizzato un colpo magistrale, da centravanti spietato, e dal peso specifico notevolissimo. Gol rapace. Che vale forse i tre punti  più importanti di questo scorcio di stagione. Intimorita dal colpo del ko, la Cremonese si è sfilacciata. A dar sicurezza, poi Lozano, su gentile concessione di un instancabile Kvara, E dire che qualcuno dava dell’egoista al ragazzo venuto da oriente. Nel finale gloria per Oliveira che ha calato il poker.

Scaltro Spalletti a leggere la gara, e al momento opportuno ad avvicendarne i protagonisti.  Nonostante il non aver messo subito in campo Zielinski sia stata una scelta discutibile e che poteva costar caro.

Il Napoli ora si gode un primato meritatissimo. E’ la squadra più dotata della serie A. Occhio al Milan, ma questo potrebbe esser l’anno giusto. E ora vai con le ambizioni europee. Mercoledì arriva l’Aiax per archiviare la qualificazione agli ottavi. Sarebbe un toccasana vincerla, perché così contro Rangers e Liverpool gli azzurri potrebbero concedersi il lusso di tirare un po’ il fiato. Spalletti potrebbe farne riposare qualcuno. Essì sarebbe saggio: inutile sognare troppo in grande. Il vero obiettivo è il campionato. Lo scudetto alla portata, la Champions un’idea troppo pazza. La Champions vale sì oro, ma il campionato un sogno più abbordabile che manca da 32 anni.

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