Questo Napoli non lo ferma più nessuno. Anche lo special one si lecca le ferite
L’ombra della partita perfetta narrata da Gianni Brera-lo 0 a 0 di equilibrio- incombeva quasi spettrale sino a un certo punto, di quest’edizione di Roma-Napoli. Ma poi con lo scorrere dei minuti e la graduale caparbietà degli azzurri in costante crescita, mai domi, l’asticella si è spostata a favore del gruppo Spalletti che ha avuto il grande merito di cercare con brama la vittoria sino alla fine. E di non cascare nella tentazione del contentino. Il pareggio non sarebbe stato un risultato da buttar via, ma il nuovo Napoli vuole sempre ingollare il bicchiere tutto d’un sorso e svuotarlo.
Per il Napoli i tre punti dell’Olimpico, stavolta di misura dopo l’abboffata di goleade, sono l’ulteriore conferma fra le conferme. Che quest’anno la squadra è molto più forte della precedente, non solo come valenza dei protagonisti, ma come mentalità. Gli azzurri confermano il primo posto in classifica, allungano sull’Atalanta e tengono le distanze dalle agguerritissime milanesi, entrambe in ottimo spolvero negli ultimi 90′. Secondo qualche osservatore la trasferta di Roma rappresentava per il Napoli la gara più importante fra quelle giocate fin qui. Magari si esagerava, ma si è trattata della terza vittoria in trasferta in uno scontro diretto, dopo quelle su Milan e Lazio. Mentre l’Atalanta è scivolata su una buccia di banana. Insomma, il tipico passo della possibile scudettata. Indiscutibile.
La Roma è scesa in campo istruita al meglio dall’ex special one. Pressing asfissiante, i padroni di casa hanno imbrigliato molto bene nel primo tempo la manovra del Napoli, a cui non sono riusciti tre passaggi di fila. I giallorossi tampinavano, raddoppiavano, chiudevano gli spazi. Kvara è stato letteralmente circondato, spesso anche in tre a non dargli fiato. E comunque Pellegrini gli si è incollato addosso e lo ha contenuto in parte come nessuno finora era stato capace. Il georgiano è risultato meno spumeggiante del solito, partita di sacrificio per lui. Osimhen invece è stato l’uomo partita. Decisivo nel finale con l’ennesimo gol antologico, il nigeriano si è dimenato a perdifiato. E alla fine ha avuto ragione Spalletti a non sostituirlo. E dire che in panca siedono due che col gol hanno rara confidenza, Raspadori e Simeone. Soprattutto l’argentino merita di trovare un po’ di spazio nella prossime gare, senza dimenticare il Rasp, assai diverso da Osimhen ma un tiratore l’ex Sassuolo dalla mira sull’oro olimpico.
Come detto, la Roma si è difesa un gran bene, però davanti è stata inoffensiva. Rinunciatario in attacco il gruppo Mourinho. Meret ha vissuto una serata aperitivo, mai disturbato dall’attacco avversario. a cui pesava anche l’assenza di Dybala. Il Napoli ci ha provato di più, ma la partita sembrava in stallo. In molti avrebbero scommesso sul pari a reti inviolate. Ma col passare dei minuti, l’asfissiante pressione romanista è calata d’intensità. La stanchezza ha avuto la meglio sull’impostazione esclusivamente dedita al non prenderle scelta da Mou per arginare la capolista. E’ quasi impossibile aggredire gli avversari con eguale veemenza per 90′.
A sbloccare una gara bloccata poteva arriva un rigore per gli azzurri.: Rui Patricio falciava Ndombele. Dapprima Irrati assegnava il penalty, poi al Var cambiava idea. Intanto, il Napoli dall’inedito carattere di ferro non ha mai smesso di rincorrere i tre punti a difesa di un primo posto meritatissimo.
Nella ripresa, il Napoli si è dilungato col possesso palla, approfittando del calo fisico dei giallorossi. Ha costruito finalmente diverse palle gol, vanificate, alcune con evidente colpevolezza. Fino a che Osimhen non s’è inventato un diagonale a giro che vien da chiedersi ma dove l’abbia messa. Vantaggio Napoli. Gli azzurri nel finale hanno sfoderato una condizione fisica esplosiva, sono arrivati sempre per primi su ogni palla e tutti si sono svuotati i polmoni per impedire ai romanisti di organizzare un qualcosa, più sulle ali della disperazione che di reali trame di gioco.
Per il Napoli firmato Spalletti è arrivata l’undicesima vittoria consecutiva fra campionato e Champions. Ad oggi è l’unica imbattuta della serie A. La temutissima notte romana si è trasformata in un bagordo esaltante e in una scarica di adrenalina ulteriore, come se non bastasse quanto fatto sinora, a far presagire che potrebbe essere l’annata giusta. La difesa è di ferro, Kim una roccia, nonostante l’assenza di Rrahmani. Juan Jesus s’è guadagnato un bel voto in pagella. All’attacco riesce, come minimo, sempre di farne uno in più del nemico. Annata perfetta fin qui come il miglior Barolo classe 1997 e ’98. Questo bellissimo Napoli si beve tutto d’un fiato. Chapeau.