Qatar che sorpresa, il nuovo ordine mondiale del calcio
Il mondiale che infrange ogni barriera innalzata dalle scontate previsioni. Il bello è quando accade quello che non t’aspetti. Se la palla va dalla parte laddove non avresti mai pensato che andasse. Ogni squadra ha la sua Corea. Non solo quel disgraziato e sfigato di Edmondo Fabbri. Ed ecco che in Qatar si verificano dei clamorosi capovolgimenti di equilibri ed arriva la sorpresa finale, almeno nei gironi di qualificazione. Il Giappone elimina la Germania (una rognosa questione calcistica fra ex ex alleati politici), e vince il girone ai danni della Spagna. Banzai. Per dirla alla Gianni Brera, rob de matt. La Corea del sud manda a casa l’Uruguay. Ma questa è ancora piccola cosa. Udite, udite, il Marocco primeggia fra Croazia e Belgio, si piazza prima dei vice campioni del mondo e consegna agli sfiatati fiamminghi un poco gradito biglietto aereo diretto per Bruxelles. Per non dire dell’Argentina e del Brasile che le hanno prese da Arabia Saudita e Camerun. Della Francia dalla Tunisia. Da scriverlo nei libri di storia: i colonizzati che bastonano gli ex padroni. I campioni del mondo hanno spuntato il primo posto in classifica sull’Australia solo per le regole della classifica avulsa.
Carramba che sorpresa, avrebbe spottato l’intramontabile tv spazzatura. Ma come è mai potuta verificarsi questa rivoluzione copernicana degli equilibri del calcio internazionale. E’ vero che nella terza gara alcune nazionali hanno buttato in campo molte seconde linee, ma contro quelli dagli occhi a mandorla e affini dovresti vincere sempre tu che hai decenni di tradizione e l’esperienza dei grandi.
Allora le cause di questo sorprendente mondiale vanno ricercate innanzitutto nella stagionalità della coppa del mondo 2022. Si gioca fra novembre e dicembre e per disputarla si sono discutibilmente interrotti i maggiori campionati mondiali, in primis quelli europei. Alle nostre latitudini si sono disputati i regolari campionati fino a metà novembre, appena pochi giorni prima del fischio d’inizio mondiale. In Italia ultimo turno il 13 novembre, il via in Qatar il 18. Un calendario stretto, stressante. Logorante. Le varie selezioni nazionali non hanno potuto svolgere né il ritiro pre-mondiale né un’adeguata preparazione. Stop alle competizioni e sali sul primo aereo diretto a Doha. La Qatar Airways sarà pure la migliore compagnia aerea al mondo, pluripremiata da anni, ma cinque ore nelle comodissime poltrone della classe business non bastano per smaltire le tossine di due partite a settimana fra campionato e Champions. Le grandi firme del calcio mondiale sono atterrate in Qatar già affaticate, sbronzate dal jet lag del fuso orario.
Un pasticcio totale. Al di là del quale esiste però un dato di fatto. Che la forbice di valori fra le grandi nazionali e quelle dei cosiddetti paesi b va di anno in anno riducendosi. Ormai quasi tutte le stelle internazionali, ed i partecipanti ai mondiali, giocano in Europa. I ritmi, i segreti del mestiere li hanno appresi fin troppo bene. Così come la tattica, i principi del buon calcio, di quello che vince e che funziona, sono approdati negli angoli più remoti del pianeta. Dalla parte dei bocciati. Esempio l’Iran, seppur eliminata. Già aveva impressionato nel 2014 e quattro anni fa in Russia è oggi un’interessante realtà, così come gli altalenanti sauditi.
Volevate la globalizzazione. Lo standard in ogni fuso orario. Benvenuti allora nel calcio più pazzo del mondo.