LOTITO:“QUANDO IL NAPOLI FALLÌ DOPO AVER SPERPERATO SOLDI DEI CONTRIBUENTI, LO STATO NON INCASSÒ NULLA”
Di Angelo Tortora
Claudio Lotito, presidente della Lazio e senatore di Forza Italia, ha rilasciato un’intervista a La Stampa in cui ha parlato dell’emendamento proposto per la rateizzazione le tasse dei club di Serie A. Lotito ha provato a perorare la causa dei club, ma senza definire il testo dell’emendamento una norma salva-calcio: “Ma quale salva-calcio!. Basta con la caccia alle streghe. Parliamo di tutti gli sport. Pallavolo, basket, piscine. È una norma erga omnes.
Non vogliamo regali, favori. Lo sport è l’unica categoria merceologica che non ha ricevuto nemmeno un ristoro, a parte i rimborsi sui tamponi, capirai…Il cinema ha avuto una prima tranche di 800 milioni a fondo perduto, poi altri 200 da questo governo. Sono più i danni per un cinema chiuso o per uno stadio chiuso? Eppure lo sport non chiede soldi a fondo perduto Al fine di sostenere le federazioni sportive – ha proseguito Lotito – ecco tutta la cronistoria: i versamenti sospesi possono essere effettuati senza sanzioni e interessi. Sullo spalmare su 5 anni? I precedenti governi e tutte le forze politiche avevano responsabilmente sospeso i versamenti, in attesa di rateizzarli. Ora lo Stato chiede i soldi tutti insieme? Allora tanto valeva pagare prima. Cosa cambiano tre mesi?”.
Sul dietrofront dello Stato: “Il mondo sportivo non ha pagato perché lo prevedeva una legge dello Stato. Non è inadempiente. È lo Stato che lo fa diventare inadempiente. È una situazione giuridica diversa”.
Sulle parole di Renzi: “Renzi? Non esprimo giudizi. Ma voi state attenti a posizioni strumentali per interessi di squadre e città. Se una società fallisce, sfumano sia i crediti pregressi, sia quelli futuri. Quando sono fallite Napoli e, tanto per fare un nome, Fiorentina, dopo aver sperperato soldi dei contribuenti, lo Stato non ha incassato nulla. Riflettete”.
Lotito chiude su come andrà a finire questa situazione e se la Lazio ne beneficerebbe: “Non mi aspetto nulla. Basterebbero valutazioni obiettive e rispetto degli impegni. Non è una norma ad personam o, come si dice, Cicero pro domo sua. Le strumentalizzazioni non pagano, è questione di tempo. Glielo dice uno dei pochi che dice sempre la verità”.