Trianon Viviani, i concerti di Flo, Finardi e Converso I tre appuntamenti del week end, dal 13 al 15 gennaio
Nel week end della settimana, i recital dei cantautori Flo e Eugenio Finardi e il concerto desimoniano di Raffaello Converso sono gli appuntamenti proposti dal Trianon Viviani, nel cartellone firmato da Marisa Laurito.
Flo in “Brave ragazze” – venerdì 13 gennaio, ore 21
Con “Brave ragazze” la cantautrice Flo racconta la musica e la vita di donne straordinarie, che, “armate” di canzoni, hanno lasciato un segno indelebile nella cultura latina: storie di coraggio e rivoluzione che ci restituiscono una visione contemporanea e allargata della prospettiva femminile e del carattere latino.
Le brave ragazze – autrici o ispiratrici di questo recital – sono donne divise tra grandi successi e grandi solitudini, pietre miliari della nostra musica e della nostra cultura. Come Gabriella Ferri e Violeta Parra, entrambe simboli di passione incontenibile e mal di vivere. Come la Lupe, l’artista cubana che incantò Hemingway, Tennessee Williams e Marlon Brando, che, dopo l’enorme successo in America, conobbe l’oblio in sedia a rotelle e la vita da senza tetto. Come Leda Valladares, la cantante ricercatrice del Tucuman, che con il suo registratore raccoglieva sul campo canzoni antiche e urla solitarie, che andavano via via scomparendo: a lei che recuperava la memoria, l’ironia macabra della sorte la condannò a finire i suoi giorni in una clinica per malati di Alzheimer. Come, infine, Gilda Mignonette, la più famosa cantante napoletana d’America, la Regina degli emigranti che morì in mare, durante la traversata da New York a Napoli, dopo aver espresso il desiderio di morire nella propria amata città natale: sul suo certificato di morte verranno riportate le coordinate del punto in cui si spense, da migrante per sempre.
La cantautrice (voce, ukulele, percussioni) sarà accompagnata da Michele Maione (percussioni) e Cristiano Califano (chitarra classica). La produzione è di Sound fly.
Eugenio Finardi in “Euphonia suite” – sabato 14 gennaio, ore 21
Il recital di Eugenio Finardi è intitolato “Euphonia suite”.
Il cantautore propone all’ascoltatore l’esperienza di un percorso emozionale che si dipana tra i brani del suo repertorio e quelli di autori da lui profondamente amati, riletti come meditazioni sulla condizione umana.
Dopo anni in cui ha alternato nei suoi concerti l’interpretazione delle sue composizioni alla narrazione e all’analisi parlata, quasi una conversazione con il suo pubblico, in Euphonia Finardi si abbandona al flusso musicale, alla costante ricerca di un senso ulteriore e interiore. Euphonia è un’esperienza sempre diversa, che supera la parola per arrivare a una trascendenza condivisa tra musicisti e pubblico: al di là di un “canovaccio”, ogni concerto è unico, diverso da tutti gli altri, influenzato dalla sala, il pubblico, il momento… Lo scopo è quello di perdersi nel fluire della musica e di abbandonarsi alle sorprese di un nuovo percorso dove anche le canzoni più conosciute trovano un contesto più ampio, come saltando di pietra in pietra si attraversa un fiume, per arrivare a sponde inesplorate.
Questo gioco di improvvisazione e reinvenzione di Euphonia è frutto della particolare intesa del cantautore con Mirko Signorile e Raffaele Casarano, che collaborano con Eugenio da più di dieci anni. Questa «magia», come la definisce Finardi, è caratterizzata da «una costante ricerca del senso profondo della Musica e della sua straordinaria capacità di metterci in contatto con l’Assoluto Cosmico», di quella «mitica Armonia delle Sfere che Dante descrive come massima espressione del Paradiso e la scienza descrive come la vibrazione che tutto lega e tutto contiene».
Il concerto è prodotto da Ef sounds.
Raffaello Converso in “L’Opera da marciapiede. Tra Kurt Weill e Raffaele Viviani” – domenica 15 gennaio, ore 19
“L’Opera da marciapiede. Tra Kurt Weill e Raffaele Viviani” è il titolo del recital di Raffaello Converso, che si avvale delle elaborazioni e le orchestrazioni di Roberto De Simone.
De Simone spiega il senso di quest’Opera: «Il concerto intende denunciare l’estinzione della musica da strada, al centro dell’attenzione di Brecht, Weill e Viviani. Quella musica, in sostanza, un tempo viva a Napoli – ricordiamo la “musica dei ciechi”, le postegge, il lavoro dei gavottisti, dei cantastorie agli stazionamenti tranviari e dei cantanti da pianino – ma anche in altre città italiane, come in Francia, in Germania e altrove. Al suo posto troviamo oggi la musica leggera, come espressione di assoluta verità collettiva, imposta dall’alto».
«A Napoli, nelle piazze del Gesù nuovo e di san Domenico – prosegue De Simone –, meccanicamente si eseguono antichi canti sul tamburo fronne e canti a figliola, totalmente privi di stile vocale e addirittura sostenuti da blasfemi, rigidi accompagnamenti di fisarmoniche, mentre qualche altro esecutore schiaffeggia un tamburo a cornice, spogliato della sua antica funzione di relatività ritmica. Ma il globalizzato degrado culturale che propaganda tali modelli, spaccia questi per autentici su Internet e sui cellulari ormai incorporati dai giovani nelle loro orecchie di acquirenti ubbidienti, in un sistema di potere impositivo più che fascista, addirittura nazista, dove tutto rientra nella cultura di massa, nella persuasione improtestabile: chi dissente non esiste, non appartiene al coro della massa, è una ingiallita e antiquata etichetta di liquore scaduto da ogni marciapiede».
Accompagnano Converso, Mimmo Napolitano (pianoforte conduttore), Vincenzo Bianco (violino), Leonardo Massa (violoncello), Carlo Termini (contrabbasso), Franco Ponzo (chitarra), Edoardo Converso (mandolino), Giuseppe Di Colandrea (clarinetto e sax), Luca Martingano (corno), Francesco Fierro (trombone), Enzo Grimaldi (fisarmonica) e Carmine Mattia Marino (marimba e batteria).
Il disegno luci è di Elena Anotti. In locandina l’assistente alle luci Giuseppe Calenda e la collaborazione tecnica di Biagio Abenante. La produzione è di Proscenio, in collaborazione con la fondazione Ente ville Vesuviane.