Attentato ambasciata greca a Napoli : Le ultime

Secondo le indagini della Digos l’indagato – insieme ad un complice – organizzò l’attentato davanti la sede consolare napoletana greca, utilizzando un ordigno di tipo improvvisato e di fabbricazione illegale, composto “da un artificio pirotecnico esplodente denominato Rambo”: il dispositivo artigianale – così nelle carte della Procura che ha spiccato il mandato di arresto – “era stato assemblato con carta gommata ad una bomboletta spray di deodorante che, al momento della deflagrazione, ha causato conseguenze dirompenti ed incendiarie”. 
Contestata l’aggravante di aver agito per finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico, “allo scopo di destabilizzare le istituzioni della Grecia e di costringerle a modificare decisioni attinenti al trattamento carcerario dei condannati per delitti in materia di terrorismo”.

Consolato onorario Grecia, a Napoligooglestreet
Consolato onorario Grecia, a Napoli

L’anarchico “fai da te”
Secondo la Polizia l’anarchico si era addestrato da solo, attraverso internet ed i social web, ed aveva imparato la preparazione e l’uso di materiali esplosivi, armi da fuoco o di altre armi, di sostanze chimiche o batteriologiche nocive o pericolose, nonchè di tecniche per compiere atti di violenza o sabotaggio di servizi pubblici essenziali.
Assieme a complici – ancora da identificare – ha portato sul posto, ed assemblato la bomba artigianale. 

Immagine di archivio di un'operazione di PoliziaPolizia di Stato
Immagine di archivio di un’operazione di Polizia

La “Galassia anarco insurrezionalista”
L’attentato, sebbene mai rivendicato, appariva immediatamente riconducibile alla galassia anarco insurrezionalista sia per le modalità di svolgimento e la tipologia dell’ordigno utilizzato, sia per l’esistenza, in quel periodo, di una campagna anarchica di solidarietà internazionale nei confronti di Dimitris Koufondinas, ex membro del sodalizio terroristico greco “17 novembre”, detenuto presso le carceri greche in sciopero della fame.

Le immagini delle telecamere
L’indagato e un’altra persona, vestiti di nero, erano arrivati nei pressi del consolato indossando sempre una mascherina a protezione del naso e della bocca. Alle indagini ha contribuito una approfondita visione di immagini di telecamere, e accertamenti eseguiti presso la Sezione Indagini Elettroniche della IV Divisione del Servizio Polizia Scientifica, nonchè l’analisi del traffico telefonico dell’anarchico. Gran parte dell’abbigliamento indossato dall’arrestato è stato trovato in una perquisizione domiciliare effettuata a suo carico il 26 Maggio del 2022, nel corso della quale venne è stato anche sequestrato il suo smartphone: all’interno del dispositivo, materiale informatico definito dagli inquirenti “di interesse” in materia di armi, di esplosivi e loro confezionamento, di tecniche di guerriglia urbana e sabotaggi, nonchè di relativa documentazione anarchica. 

 

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