L’editoriale del CdM: “ADL vs tifosi, perché quest’autolesionismo proprio adesso?”

Di Angelo Tortora

 

“Tifo praticamente assente, contestazioni al presidente, come epilogo di un rapporto nato male”. E’ questo, secondo il Corriere del Mezzogiorno, il tema principale degli ultimi giorni in città e soprattutto materiale autolesionistico per il Napoli:

“Le colpe vanno divise, anche se, più che di colpe, si tratta di una visione diametralmente opposta su che cosa è lo stadio. Un teatro, come vorrebbe il presidente, una bolgia, come vorrebbero i tifosi. Non parlo ovviamente di ricatti, soldi, camorra e altre amenità simili, perché, quando si scivola sul penale, bisogna parlare con prove certe, e affidare ai magistrati il giudizio. È una diatriba che va avanti da anni, ma perché esacerbarla proprio ora, dimostrando di essere fuori tempo, stonati, autolesionisti?

Essere proprietario di una squadra di calcio come il Napoli dà grande visibilità, ma impone anche limitazioni. Si è proprietari di qualcosa che per la storia centenaria appartiene anche ai milioni di tifosi nel mondo e ad una intera città. Si possono giustamente applicare le proprie regole societarie, ma non si diventa automaticamente padroni nè della città nè della passione, che sono effettivamente inscindibili. Regole restrittive per una tifoseria non più violenta di altre, anzi, mentre altrove si sentono odiosi cori razzistici e di discriminazione territoriale, da noi si canta, sembrano paradossali”.

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