L’ira di Putin si abbatte sui traditori !
L’ira del presidente russo in un discorso alla nazione
“Le persone che adesso combattono sul fronte hanno ricevuto questa pugnalata alle spalle”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un discorso alla nazione. “Le azioni che hanno diviso la nostra unità sono, infatti, il rinnegamento del nostro popolo, dei nostri compagni d’armi che ora stanno combattendo al fronte, questa è una pugnalata alle spalle per il nostro Paese e il nostro popolo”.
Putin ha promesso che il popolo e lo stato russi saranno difesi da qualsiasi tradimento: “Adesso si decide il destino del nostro popolo”, ha aggiunto. E ha sottolineato che “tutti coloro che hanno scelto la via del tradimento saranno puniti e saranno ritenuti responsabili. Le forze armate hanno ricevuto gli ordini necessari”, ha spiegato rivolgendosi a coloro che sono stati coinvolti nella ribellione e invitandoli a fermare le loro azioni. “Questo colpo è stato dato al popolo russo anche nel 1917 quando combatteva la Prima guerra mondiale, quando la vittoria gli è stata praticamente rubata. La guerra civile, i russi uccidevano altri russi, i fratelli uccidevano altri fratelli. I vari avventurieri politici hanno tratto vantaggio da questa situazione. Noi non permetteremo la ripetizione di una situazione del genere”, ha sottolineato Putin, il quale ha promesso che “saranno adottate azioni ferme per stabilizzare la situazione a Rostov sul Don. La situazione resta difficile”.
Il presidente russo ha poi parlato con l’alleato bielorusso, Alexander Lukashenko, per informarlo della situazione, ed ha incassato l’appoggio del leader ceceno, Ramzan Kadyrov, il quale ha assicurato di essere pronto a collaborare con Mosca per mettere fine alla ribellione. Quello attuato da Yevgney Prigozhin, ha detto Kadyrov, è “un vile tradimento”, un “ammutinamento” che deve essere “schiacciato”. Poi ha fatto sapere che le truppe cecene sono in viaggio verso le zone di tensione. Sostegno a Putin è arrivato anche dal patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill, il quale ha lanciato un appello per mantenere l’unità di fronte alla minaccia comune.