Mattarella firma il ddl Nordio: è scontro tra centrodestra ed opposizione per l’abuso d’ufficio
Di Simone Nevola
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha autorizzato la presentazione alle Camere del ddl Nordio, il disegno di legge prevede delle modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare.
La firma del presidente Mattarella è arrivata dopo i colloqui avuti nei giorni scorsi con là premier Giorgia Meloni. Tra le principali misure contenute nella riforma proposta dal ministro Carlo Nordio ci sono l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, modifiche al reato di traffico di influenze illecite, la stretta sulla pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, la nuova disciplina dei casi di appello del pubblico ministero.
Tengono banco anche le polemiche tra il centrodestra, che difende la riforma, e l’opposizione. In particolar modo a scaldare gli animi ci penserebbe la questione relativa all’abrogazione dell’abuso d’ufficio.
Mentre Tajani difende le scelte del centrodestra: “A livello europeo, la questione dell’abuso d’ufficio è una facoltà del singolo Stato nazionale”. I 5 stelle attaccano: “Si ribadisce che l’abuso d’ufficio è un reato fondamentale nella lotta alla corruzione che non può essere abolito come vorrebbe fare il ministro della Giustizia Nordio. Una bocciatura clamorosa non solo perché va contro le raccomandazioni del presidente della Repubblica Mattarella e le rassicurazione della stessa premier Meloni, ma anche perché il parere di maggioranza è motivato con l’argomentazione clamorosamente falsa che l’Unione europea non ha competenza, secondo loro, in materia di armonizzazione delle legislazioni nazionali”.
La segretaria del Pd, Elly Schlein, invece spinge per modificare la riforma: “La montagna ha partorito un topolino, mi pare difficile che quel ddl possa risolvere le criticità del funzionamento della giustizia. La maggioranza fatica a trovare la quadra, lo abbiamo visto con le smentite reciproche sul concorso esterno in associazione mafiosa: ci batteremo”.