Champions League : Focus Club Atlético de Madrid !

Club Atlético de Madrid, abbreviato in lingua spagnola come Atleti e anche riferito a livello internazionale come Atletico Madrid, è una società calcistica spagnola con sede a Madrid e milita in Primera División, la divisione di vertice del campionato spagnolo di calcio.

È la quarta formazione spagnola per numero di titoli nazionali (26), essendosi aggiudicata 11 campionati di massima divisione, 10 Coppe del Re e 5 Supercoppe di lega (2 Supercoppe di Spagna, 2 Coppa Eva Duarte e 1 Coppa Presidente della RFEF), e la terza per trofei conseguiti a livello internazionale (8), potendo vantare la vittoria di una Coppa delle Coppe (1961-62), 3 Europa League (2009-102011-12 e 2017-18), 3 Supercoppe UEFA (20102012 e 2018) e una Coppa Intercontinentale (1974). È quindi, con 34 trofei ufficiali complessivi, il quarto club più titolato di Spagna, dopo BarcellonaReal Madrid e Athletic Bilbao.

L’Atlético Madrid è l’unica squadra ad aver conquistato la Coppa Intercontinentale senza aver vinto la Coppa dei Campioni, allora requisito indispensabile per accedere alla manifestazione: nel 1974, infatti, a seguito della rinuncia del Bayern Monaco a parteciparvi, i madrileni incontrarono e sconfissero gli argentini dell’Independiente, campioni in carica della Coppa Libertadores e detentori della Coppa Intercontinentale.[8] È inoltre la sola compagine nella storia del massimo torneo d’Europa per club ad aver disputato per tre volte la finale (197420142016) senza mai essere riuscita a laurearsi campione.[9]

Il soprannome più comune dei giocatori è quello di colchoneros, alla lettera “materassai”, in quanto il colore e la foggia delle uniformi della squadra erano analoghi a quelli delle tele che all’epoca rivestivano i materassi.[1] Altri soprannomi sono rojiblancos (rossobianchi) e indios.

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Club Atlético de Madrid.

Il Club Atlético de Madrid è stato fondato il 26 aprile 1903 da alcuni studenti baschi residenti a Madrid, con l’intenzione di creare una società satellite dell’Athletic Club: la squadra (il cui primo nome fu Athletic de Madrid) adottò in effetti gli stessi colori sociali del club basco (allora bianco e blu) per poi passare, nel 1912, al bianco e rosso.[10] Divenuta società indipendente nel 1923, l’Atlético Madrid disputò negli anni venti gli allora principali tornei calcistici spagnoli, in particolare la Coppa di Spagna (nome con il quale era indicata l’attuale Coppa del Re), in cui giunse secondo nel 1921 e nel 1926. La vittoria del campionato del Centro nel 1928 valse ai colchoneros l’accesso alla prima edizione della Primera División: fu solo dopo la fine della guerra civile e la fusione con il club Aviación Nacional[11] che l’Atlético Madrid iniziò a cogliere i primi successi in campo nazionale, aggiudicandosi i due campionati successivi al termine delle ostilità.

La squadra dell’Atlético Madrid prima di una partita del campionato 2013-2014, il decimo conquistato a diciotto anni di distanza dall’ultimo

A partire dagli anni cinquanta i colchoneros incominciarono ad acquisire notorietà a livello internazionale grazie ai risultati ottenuti nelle neonate coppe europee: nella stagione 1958-1959 l’Atlético ebbe modo di esordire in Coppa dei Campioni grazie alla simultanea vittoria nella manifestazione da parte dei rivali cittadini del Real Madrid, i quali fermeranno in semifinale il cammino dei colchoneros. Nel 1962 l’Atlético Madrid vinse invece il suo primo trofeo internazionale sconfiggendo la Fiorentina nella finale di Coppa delle Coppe. In campo nazionale l’Atlético Madrid si dimostrò l’unica squadra in grado di contrastare l’egemonia del Real Madrid vincendo nelle stagioni 1965-19661969-19701972-1973. Nella stagione successiva alla vittoria di quest’ultimo campionato i colchoneros si resero protagonisti di un cammino in Coppa dei Campioni che li portò fino alla finale contro il Bayern Monaco: al termine di una partita combattuta l’Atlético Madrid fu raggiunto a pochi secondi dal termine dopo essere passato in vantaggio a metà del secondo tempo supplementare. La ripetizione, giocata due giorni dopo, vide i tedeschi prevalere per 4-0. Nonostante la vittoria mancata in Coppa dei Campioni i colchoneros ebbero la possibilità di giocarsi la Coppa Intercontinentale in seguito alla rinuncia del Bayern Monaco. L’Atlético Madrid vinse il trofeo battendo gli argentini dell’Independiente, rimontando nella gara di ritorno l’1-0 subito all’andata in Argentina.

Interlocutorio fu il decennio successivo, caratterizzato da continui cambi di dirigenza al vertice: l’unico acuto si ebbe nel 1986 con la finale di Coppa delle Coppe persa contro la Dinamo Kiev. L’anno successivo, in seguito alla morte del presidente Vicente Calderón, il club fu acquisito dal politico Jesús Gil, che dette avvio ad una massiccia operazione di rinforzo della squadra che culminò, nella stagione 1995-1996, con la vittoria del doblete (campionato e coppa nazionale) sotto la guida del nuovo tecnico Radomir Antić. Ciononostante, negli anni successivi la squadra ebbe un tracollo tecnico e societario (dovuto in parte alle vicende giudiziarie[12] del presidente, implicato di favoritismi con la mafia siciliana[13]) che culminò con la retrocessione in Segunda División al termine della stagione 1999-2000.

Ritornato in massima serie dopo due anni, l’Atlético Madrid fu acquistato nel 2003 dal produttore cinematografico Enrique Cerezo, che nel giro di tre anni costruì una squadra in grado di assumere una dimensione europea, approdando per due anni consecutivi (2007-2008 e 2008-2009) in UEFA Champions League e vincendo, nel 2009-2010, la prima edizione della UEFA Europa League e la Supercoppa UEFA, grazie al successo per 2-0 contro l’Inter. Dal 2011, sotto la guida di Diego Simeone, la squadra ha ottenuto successi sia in patria (Coppa del Re 2012-2013campionato 2013-2014Supercoppa di Spagna 2014campionato 2020-2021) sia in Europa, dove i colchoneros hanno vinto due Europa League (2011-20122017-2018), due Supercoppe UEFA (20122018) e hanno disputato due finali di UEFA Champions League (2014 e 2016), entrambe perse contro il Real Madrid.

Colori

La divisa di casa dell’Atlético Madrid è costituita da una maglia a strisce bianche e rosse verticali, calzoncini azzurri o blu e calzettoni rossi. Questa divisa è stata introdotta nel 1912[10] per motivi economici (divise del genere erano facilmente ricavabili dai fondi dei materassi, cosa questa che valse ai giocatori e ai tifosi della squadra il nome di colchoneros). In precedenza la squadra adottava la stessa divisa dell’Athletic Club, dai colori bianco e blu.[10] Con il passare degli anni la divisa dell’Atlético Madrid ha subito modifiche marginali, per lo più relative al colore dei pantaloncini più o meno scuro e al numero delle strisce. Una novità rilevante si è avuta nel 2006, quando è stata introdotta una maglia divisa in due con una metà bianca e una rossa. Negli anni successivi, tuttavia, si è tornati alla divisa classica.

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Il simbolo dell’Atlético Madrid presenta alcune analogie con quello dell’Athletic Club, da cui mutua le strisce bianche e rosse e il triangolo sulla parte superiore dello stemma. Per quanto riguarda lo stemma dell’Atlético Madrid, il triangolo è blu e contiene le sette stelle (a cinque punte, numero indicante le province limitrofe a Madrid[17]) della costellazione dell’Orsa Maggiore, presenti sia nello stemma cittadino, sia nella bandiera della comunità autonoma di Madrid.[18] All’interno del triangolo vi è inoltre l’immagine dell’orso con il corbezzolo, simbolo della città di Madrid.

Nella storia della squadra sono state introdotte sei versioni dello stemma:[19] dal 1903 fino al 1917 la squadra aveva lo stesso stemma dell’Athletic Club, circolare e con le lettere iniziali della squadra incrociate al centro.[19] Il 22 novembre 1917 compare sulla rivista Madrid-Sport una versione più simile al logo attuale,[20] mentre nel 1939, con la fusione con l’Aviación Nacional, lo stemma fu dotato delle ali dell’emblema dell’aviazione e di una corona.[19] Nel 1947 viene infine introdotto uno stemma più simile all’attuale che differisce da quello corrente (introdotto negli anni ottanta) per l’assenza di un bordo giallo come contorno.[19]

Il 9 dicembre 2016 viene presentato in anteprima quello che sarà il nuovo stemma dell’Atlético Madrid. Esso mantiene la struttura formale, ma è più tondeggiante nella parte superiore per richiamare il primissimo stemma utilizzato nel 1903. I colori dominanti sono il blu, il bianco e il rosso, abbandonando così il contorno giallo e il verde, il marrone e il nero che facevano parte dello stemma della città di Madrid.[21] Dalla stagione 2017/18 è stato cambiato lo stemma apportando modifiche a quello precedente; in particolare viene cambiata la forma, rendendolo più arrotondato, viene cambiato il colore del contorno che da giallo diventa blu, stesso colore dell’orso che viene specchiato secondo l’asse verticale. Viene inoltre ridotto il numero di strisce biancorosse.

Mascotte[modifica | modifica wikitesto]

Indy, mascotte dell’Atlético Madrid

La mascotte dell’Atlético Madrid è Indy, un procione con la divisa biancorossa e la testa adornata da un copricapo tipico dei nativi d’America Apache, sempre biancorosso.[22]

Stadio

Lo stadio Vicente Calderón utilizzato dal 1966 al 2017
Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Cívitas Metropolitano.

La squadra, dopo cinquant’anni di partite disputate nello stadio Vicente Calderón, a partire dal 2017 si trasferisce nel nuovo stadio Cívitas Metropolitano, già noto come Estadio de la Peineta, di cui la società è proprietaria.[23] Il nuovo impianto ha una capacità maggiore di tredicimila posti a sedere rispetto al Calderón, per un totale di circa 68 456 spettatori.

Società[modifica | modifica wikitesto]

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Abbigliamento tecnico
Sponsor ufficiale
  • 1987-1990: Bandiera del Giappone Mita
  • 1990-1993: Bandiera della Spagna Marbella
  • 1993-1994: Bandiera della Spagna Antena 3 / Herdez
  • 1994-1996: Bandiera della Spagna Marbella
  • 1996-1997: Bandiera del Giappone Bandai / Tamagotchi
  • 1997-1999: Bandiera della Spagna Marbella
  • 2000-2003: Bandiera della Spagna Idea
  • 2003-2005: Bandiera degli Stati Uniti Columbia Pictures
  • 2005-2012: Bandiera della Corea del Sud KIA
  • 2012: Bandiera della Cina Huawei
  • 2012-2015 : Bandiera dell'Azerbaigian Ministero del Turismo dell’Azerbaigian
  • 2015-2022 : Bandiera del Regno Unito Plus500 / Hyundai
  • 2022-2023 : Bandiera di Hong Kong WhaleFin
  • 2023- : Bandiera dell'Arabia Saudita Riyadh Air

Allenatori e presidenti

Allenatori[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Allenatori del Club Atlético de Madrid.

La storia dell’Atlético Madrid è caratterizzata da continui cambi in seno alla panchina, in particolare durante la presidenza Gil, in cui si avvicendarono 31 allenatori in sedici anni. Il primo allenatore della squadra fu l’inglese Frederick Pentland, che guidò i colchoneros in due occasioni (nella stagione 1928-29 e dal 1933 al 1936). Tra le nazionalità dei tecnici prevale quella spagnola, con larga preminenza di argentini.

L’allenatore più longevo della squadra è Diego Simeone, sulla panchina dell’Atlético dal 2011. Nel 2023 Simeone supera Luis Aragonés come allenatore con più gare disputate. D’altro canto Aragonés resta l’allenatore con più stagioni disputate dal momento che guidò i Colchoneros per quindici anni, anche se non consecutivi: allenò infatti la squadra in quattro periodi di tempo distinti (dal 1974 al 1980, dal 1982 al 1987, dal 1991 al 1993 e dal 2001 al 2003). Simeone detiene altresì il titolo di allenatore più vincente della storia del club, con otto trofei ufficiali vinti.

 

Presidenti

Dal 28 maggio 2011[25] il presidente della società è Enrique Cerezo, produttore cinematografico che rilevò la quota azionaria dal dimissionario Jesús Gil. In centodiciannove anni di storia la società ha avuto ventisette presidenti, di cui due (Julián Ruete e Vicente Calderón) salirono al vertice della squadra in due occasioni diverse. Il presidente più longevo della storia del club è Vicente Calderón, che rimase in seno alla dirigenza della squadra per 21 anni, dal 1964 al 1980 e in seguito dal 1982 al 1987.

Koke è il calciatore con più presenze in colchonero, con 588 gettoni. Supera nel 2022 Adelardo che deteneva il record avendo indossato la casacca dell’Atlético Madrid in 553 partite dal 1959 al 1976.[28] Luis Aragonés, leggenda del club sia come calciatore che come allenatore, detiene il record di goal segnati con 172 marcature in 370 presenze.[29] Adrián Escudero detiene il record per il maggior numero di goal segnati nella Liga: 150. Il giocatore con più presenze nelle competizioni europee è Koke a quota 117, mentre il miglior marcatore è Antoine Griezmann con 32 gol.[27] Tra i giocatori in attività Koke è altresì il calciatore con il maggior numero di presenze, seguito da Jan Oblak a quota 394, mentre ancora Griezmann è quello che ha realizzato il maggior numero di reti (157).

Statistiche aggiornate al 20 agosto 2023.[30]

Record di presenze
Record di reti

Statistiche di squadra

A livello internazionale la miglior vittoria è l’8-0 ottenuto contro il Drumcondra nel primo turno della Coppa dei Campioni 1958-1959, mentre la peggior sconfitta è rappresentata dal 5-1 subito dal Tottenham nella finale della Coppa delle Coppe 1962-1963.[27]

Organico

Lo stesso argomento in dettaglio: Club Atlético de Madrid 2023-2024.

Rosa

N. Ruolo Calciatore
1 Bandiera della Croazia P Ivo Grbić
2 Bandiera dell'Uruguay D José Giménez
3 Bandiera della Spagna D César Azpilicueta
4 Bandiera della Turchia D Çağlar Söyüncü
5 Bandiera dell'Argentina C Rodrigo de Paul
6 Bandiera della Spagna C Koke (capitano)
7 Bandiera della Francia A Antoine Griezmann
8 Bandiera della Spagna C Saúl
9 Bandiera dei Paesi Bassi A Memphis Depay
10 Bandiera dell'Argentina A Ángel Correa
11 Bandiera della Francia C Thomas Lemar
12 Bandiera del Brasile A Samuel Lino
13 Bandiera della Slovenia P Jan Oblak (vice capitano)
N. Ruolo Calciatore
14 Bandiera della Spagna C Marcos Llorente
15 Bandiera del Montenegro D Stefan Savić
16 Bandiera dell'Argentina D Nahuel Molina
17 Bandiera della Spagna D Javi Galán
18 Bandiera del Portogallo A João Félix
19 Bandiera della Spagna A Álvaro Morata
20 Bandiera del Belgio C Axel Witsel
21 Bandiera del Belgio C Yannick Carrasco
22 Bandiera della Spagna D Mario Hermoso
23 Bandiera del Mozambico D Reinildo Mandava
24 Bandiera della Spagna C Pablo Barrios
25 Bandiera della Spagna C Rodrigo Riquelme
27 Bandiera di Cipro D Ilias Kostis

Staff tecnico

  • Allenatore: Bandiera dell'Argentina Diego Simeone
  • Vice allenatore: Bandiera dell'Argentina Nelson Vivas
  • Preparatori atletici: Bandiera della Spagna Iván Rafael Díaz Infante, Bandiera della Spagna Carlos Menéndez, Bandiera del Messico Iván OrtegaBandiera dell'Uruguay Oscar Ortega
  • Preparatore dei portieri: Bandiera dell'Argentina Pablo Vercellone
  • Responsabile settore medico: Bandiera della Spagna José María Villalón
  • Medico sociale: Bandiera della Spagna Gorka de Abajo

Tifoseria

L’Atlético Madrid è la terza squadra in Spagna per numero di sostenitori, dopo Real Madrid e Barcellona. In origine i tifosi dell’Atlético provenivano dalla classe lavoratrice e si contrapponevano a quelli del Real, appartenenti alla classe media.

Tifosi dell’Atlético Madrid nel 1971

I tifosi, così come i calciatori, vengono soprannominati colchoneros poiché tra il 1936 e il 1939 le divise erano fatte della stessa foggia dei materassi, ossia a righe verticali bianche e rosse. Un altro soprannome è indios, e questo potrebbe derivare sia dal fatto che tra gli anni settanta e ottanta la squadra ha conseguito numerosi successi soprattutto grazie al supporto di calciatori sudamericani; sia poiché lo stadio si trovava lungo il fiume Manzanarre, come una tribù indiana,[31] dunque essi odiano i bianchi (rappresentati dal Real Madrid) e sono quindi paragonati agli indiani d’America.[1]

Il gruppo più antico, attualmente esistente, della tifoseria madrilena è il Frente Atlético formatosi nel 1982. Esso deriva dal Peña Fondo Sur, costituitosi nel 1968, il quale nel corso degli anni ha cambiato diverse volte nome fino ad arrivare a quello attuale. Con circa 2 000 soci è uno dei più numerosi gruppi organizzati in Spagna, nonché il più temibile e violento.[32] Il 2 dicembre 2014, con un comunicato ufficiale, il club condanna il gruppo organizzato[33] in qualità di responsabile degli scontri avvenuti a Madrid prima della partita contro il Deportivo La Coruña.[34]

Gemellaggi e rivalità

Lo stesso argomento in dettaglio: Derbi madrileño.

Il gemellaggio più sentito dai tifosi indios è con quelli del Betis, con i quali durante le partite intonano i cori contro i rivali del Siviglia.[35] Un rapporto di amicizia esiste anche con i tifosi del Levante[35] e dello Sporting Gijón.[32] Un sentimento di rispetto reciproco, caratterizzato soprattutto dall’odio in comune per il Real Madrid, esiste con il gruppo Boixos Nois del Barcellona.[35] In Europa i tifosi sono in buoni rapporti con quelli della Roma, del Milan[36] e del Catanzaro.[37][38] Esiste inoltre il gemellaggio con i tifosi polacchi del Ruch Chorzów[39] e quelli inglesi del Liverpool.[32]

Coreografia dei tifosi durante il derby di Madrid

La rivalità più sentita dai tifosi colchoneros è senza dubbio quella coi concittadini del Real Madrid,[40] nelle partite che danno vita al derbi madrileño.[41][42] I primi scontri tra le tifoserie si ebbero già nel 1916, ma la rivalità tra i due club madrileni conquistò per la prima volta l’attenzione internazionale durante la Coppa dei Campioni del 1959, quando le due formazioni si incontrarono in semifinale. Il Real vinse 2-1 la gara d’andata al Bernabéu, mentre l’Atlético vinse 1-0 il ritorno al Metropolitano. Il pareggio portò ad un rematch che il Real vinse 2-1. L’Atlético conquistò comunque alcune rivincite quando sconfisse i blancos nelle due successive finali di Coppa del Re del 1960 e del 1961.[43] La seconda tifoseria più odiata dai sostenitori dell’Atlético è quella del Siviglia. Le partite con gli altri rojiblancos sono considerate ad alto rischio scontri; durante un incontro prima fu accoltellato un tifoso dell’Atlético e in seguito fu lanciata una bottiglia di whisky addosso al portiere del Siviglia.[44] Rivalità di minor tono sussistono con i tifosi del Valencia,[32][35] dell’Espanyol,[32][35] dell’Athletic Bilbao,[35] del Racing Santander[45] e del Deportivo La Coruña.[32] Proprio contro i galiziani, il 30 novembre 2014 c’è stata una grave guerriglia a Madrid (che ha visto partecipare anche alcune frange del Rayo Vallecano e dell’Alcorcón[46]) che ha causato la morte di un sostenitore del Deportivo.[47] In campo internazionale, invece, i gruppi nemici sono quelli della Lazio, a causa del loro gemellaggio con il Real Madrid,[35] dell’Olympique Marsiglia[32][35] e dello Sporting Lisbona.[32]

Altre sezioni sportive

Oltre alla celebre squadra di calcio nata nel 1903, l’Atlético Madrid è nota anche per la squadra di pallamano fondata nel 1947, che però si è sciolta nel 2012. Nel medesimo anno è stata anche costituita una sezione di rugby a 15 che milita nella División de Honor, prima divisione nazionale (dopo averne avuta un’altra tra il 1914 e il 1959 che si aggiudicò anche un campionato spagnolo). Tra il 2008 e il 2010 ha sponsorizzato sei piloti automobilistici (tra cui Andy SoucekHo-Pin Tung e María de Villota) nell’ambito della Superleague Formula.

Livello difficoltà : 8 

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