Un Napoli galactico ma Valverde gela il tempio di Dieguito

Di Angelo Tortora

 

Al Maradona va in scena per la seconda giornata della fase a gironi gruppo C di Champions League il match tra Napoli e Real Madrid e gli azzurri non hanno mai sconfitto il club delle “14” coppe delle grandi orecchie : 1 pareggio e ben 3 sconfitte prima della notte di Fuorigrotta. Napoli-Real Madrid sogna di giocarla qualsiasi scugnizzo che muove i primi passi dando i calci al supersantos tra Piazza del Plebiscito,i quartieri spagnoli,i vicoli, i campetti di calcio a Margellina dove si sente l’odore del mare, dove si respira Napoli nel profondo:il suo stato d’animo,i suoi concetti,le sue ambizioni,i suoi profumi,la sua essenza,il suo splendore e la sua unicità nell’amare una squadra di calcio 24 ore su 24 :una passione unica in Italia e tra le più travolgenti al mondo. Eh si, perché Napoli-Real Madrid “è la partita” , più di Napoli-Juventus visto il blasone mondiale degli spagnoli ed è iniziata molto prima e col ritorno di Re Carlo e suo figlio Davide,loro che ci furono proprio nel periodo più buio dell’era De Laurentiis e cioè l’ammutinamento con la rivolta dei senatori dove lo stesso tecnico di Reggiolo non riuscì nell’opera di paciere tra calciatori e società. I Campioni d’Italia volevano scrivere un altra pagina di storia ma non ci sono riusciti,ma sono usciti tra gli applausi del Maradona con la Curva che gli ha dedicato : “Vi vogliamo cosi’ ” eppoi le parole di Bellingham che ha detto: “Non sono Maradona e questo è uno stadio grande e difficile da giocare”, eccome dargli torto all’ex Bvb perché Fuorigrotta e i suoi 55mila hanno trascinato gli azzurri verso un impresa storica, l’ennesima per diventare eterni che però non si è materializzata nonostante l’illusorio vantaggio di Ostigard al 19′ con una capocciata che manda in estasi la platea partenopea che ha gremito lo Stadio . I partenopei all’inizio un po’ intimoriti dal fascino madridista e dalla sua immensa e maestosa storia ha assunto un atteggiamento attendista ma coi blancos che prima la pareggiano con Vinicius su clamoroso errore dell’uomo che non ti aspetti e cioè il Capitano Di Lorenzo che invece di lanciarla lunga la da centralmente e ne approfitta il brasiliano che trafigge Meret al 27′. Un Napoli che accusa il colpo e i blancos completano la rimonta con il fenomeno Bellingham sette minuti dopo e mentre nella ripresa è la formazione di Garcia a comandare e con un super-Zielinski la riacciuffa su un penalty contestato da Ancelotti e procurato da Victor Osimhen: ed è palo-rete per il 2-2 e il Maradona fa festa.  Poi quel missile di Valverde al 78′ che gela il tempio di Dieguito, traversa e rimbalza sulle spalle di Meret freddando non solo lui ma milioni di tifosi sparsi in tutto il globo,ma il gol del madridista nasce dagli sviluppi di un corner che non c’era, perché Rudiger aveva commesso fallo su Olivera spingendolo platealmente e quindi grossa svista dell’arbitro Turpin che costa la sconfitta a Osimhen e compagni col nigeriano che è riuscito a sfuggire alla grinfe di Rudiger soltanto con quel stacco dove si è issato da terra in una maniera clamorosa ma gli ha sbarrato la strada Kepa con la manona  .Comunque chapeau’ ai campioni in carica del Napoli che si dimostrano grande squadra e in grando di competere alla pari con tutte le big d’Europa,ha destato stupore un Real Madrid che ha avuto un atteggiamento diverso nella ripresa e nel finale quasi di paura di non vincerla col suo portiere Kepa che si è reso protagonista di innumerevoli perdite di tempo,il destino ha voluto così ma non sempre girerà per forza di cose in questo modo e bravissimo Piotr ormai oltre al talento ha abbinato anche quella personalità forte che gli è sempre mancata in terra Campana e andare a tirare un rigore contro una corazzata del genere è sinonimo di maturità e ora testa al campionato, bisogna ripartire e domenica in casa se la vedrà con la sorpresa Fiorentina di Italiano e il popolo napoletano è pronto per l’ennesimo sold-out .

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