Campagna vaccinale antinfluenzale 2023-24: cosa sapere

 

Secondo i dati del Ministero della Salute, l’influenza ogni anno colpisce in media l’8% della popolazione italiana. Una malattia comune e notoriamente molto contagiosa che si trasmette attraverso droplet e contatto con oggetti contaminati da soluzioni respiratorie infette.

In vista della stagione autunnale, la nuova campagna di vaccinazione antinfluenzale condotta dal Ministero della Salute ha lo scopo di tutelare, in particolare, le categorie più fragili che possono manifestare complicanze correlate all’infezione. Approfondiamo meglio quello che c’è da sapere sull’argomento.

Quali sono i rischi dell’influenza

Le complicanze più comuni che può portare con sé la malattia influenzale sono:

  • polmoniti batteriche;
  • disidratazione;
  • aggravarsi di malattie preesistenti (cardiologiche, respiratorie, immunitarie, diabete etc);
  • sinusiti e otiti.

Nei casi più gravi, riscontrati generalmente dalle persone molto anziane o bambini molto piccoli, alcune di queste complicanze possono condurre alla morte.

 

I benefici della vaccinazione antinfluenzale

La vaccinazione antinfluenzale ha numerosi benefici che potrebbero incentivare a sottoporvisi. Può, infatti:

  • evitare, in alcuni casi, di contrarre la malattia: i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani parlano di una riduzione di visite mediche dal 40% al 60% nelle stagioni in cui i virus influenzali contenuti nel vaccino stagionale si dimostrano simili a quelli in circolazione;
  • ridurre la gravità dell’influenza e rischio di ospedalizzazione;
  • evitare un aggravarsi del quadro clinico e l’insorgenza di complicanze nei portatori di patologie preesistenti (cardiologiche, respiratorie, immunitarie, diabete etc);
  • aiutare a proteggere mamme e neonati: riduce, infatti, di almeno il 50% il rischio di ricovero per la mamma, con una probabilità molto più bassa per il bambino di parto prematuro, peso ridotto e di sviluppare, nel primo anno di vita, infezioni alle vie aeree alte e otiti;
  • ridurre la circolazione del virus e tutelare le persone fragili intorno a noi: vaccinarsi può essere un gesto di gentilezza anche verso le persone che ci sono accanto e che potrebbero risentire dell’infezione influenzale come, ad esempio, anziani e bambini piccoli;
  • diminuire la pressione ospedaliera: le risorse impiegate in ospedale per la cura di pazienti con complicanze da influenza potrebbero, in assenza di queste, essere utilizzate per assistere persone affette da altre patologie o problematiche.

 

Chi può vaccinarsi

La vaccinazione antinfluenzale è la forma più efficace di prevenzione contro la malattia. È indicata per tutti i soggetti che desiderano proteggersi contro l’influenza e che non abbiano specifiche controindicazioni al riguardo. In particolare, è raccomandato per le categorie più fragili di:

  • persone di età pari o superiore a 65 anni;
  • donne in qualsiasi fase della gravidanza e nel post-partum;
  • persone da 6 mesi a 65 anni con patologie che aumentano il rischio di complicanze (malattie respiratorie croniche, tumori, insufficienza renale, malattie all’apparato cardio-circolatorio, diabete etc);
  • ospiti ricoverati nelle strutture lungodegenti a prescindere dall’età;
  • familiari e contatti di persone con un alto rischio di complicanze;
  • operatori sanitari, per il loro contatto con le categorie fragili;
  • veterinari, allevatori e tutte le categorie che sono a contatto con animali che potrebbero trasmettere il virus all’uomo.

 

Quali tipi di vaccino antinfluenzale sono disponibili

I vaccini antinfluenzali attualmente a disposizione in Italia sono “quadrivalenti”, ovverosia contengono 4 virus:

  • 2 virus di tipo A;
  • 2 virus di tipo B.

A e B sono, infatti, le principali tipologie di virus antinfluenzali che determinano la classica sintomatologia della malattia. Sono caratterizzate da numerosi ceppi che mutano continuamente, da cui la necessità di ripetere la vaccinazione ogni anno, con ceppi diversi individuati dall’OMS in previsione della successiva stagione influenzale.

 

Si può somministrare insieme ad altri vaccini?

Sì, il Ministero della Salute indica che si può ricevere il vaccino antinfluenzale in contemporanea con altri vaccini. Va effettuato, ad ogni modo, in sedi corporee e con siringhe diverse.

Salvo indicazioni d’uso specifiche, ciò vale anche per l’associazione con i vaccini anti-Covid19. Come di consueto, in concomitanza con la campagna antinfluenzale 2023/24 è previsto, infatti, l’avvio anche della campagna di vaccinazione anti COVID-19 con l’utilizzo di vaccini a nuova formulazione.

Per il futuro, inoltre, alcune società farmaceutiche stanno progettando dei vaccini bivalenti per Covid-19 e  influenza.

 

Sicurezza dei vaccini antinfluenzali

I dati ISTAT pubblicati nel 2023 e riferiti all’anno 2021 parlano di 1/5 (21,7%) degli Italiani in cattive condizioni di salute non vaccinati contro l’influenza perché temono i rischi della vaccinazione.

I vaccini antinfluenzali per l’uso sull’uomo sono sicuri e per poter essere autorizzati sia a livello nazionale che internazionale devono superare rigidi test di efficacia e sicurezza. La vaccinazione antinfluenzale stagionale, inoltre, è uno strumento di prevenzione utilizzato da oltre 50 anni, somministrato a milioni di persone in tutto il mondo, con dati rassicuranti e un monitoraggio che continua ad essere effettuato anche post-somministrazione.

 

Se ho già avuto l’influenza non devo più vaccinarmi?

La vaccinazione antinfluenzale resta raccomandata anche se si è già contratta l’influenza per questa stagione. Questo perché vi sono più varianti in circolazione del virus influenzale, pertanto l’averne contratta una non garantisce l’immunità verso altre potenzialmente coperte dal vaccino.

 

Dose e modalità di somministrazione

Il vaccino antinfluenzale viene somministrato con dose unica, ad eccezione dei bambini sotto i 9 anni, mai vaccinati in precedenza per cui sono indicate 2 dosi.

vaccini antinfluenzali inattivati vanno somministrati:

  • sopra i 2 anni: con iniezione nel muscolo deltoide per tutti i soggetti;
  • sotto i 2 anni: nella faccia antero-laterale della coscia.

Il vaccino antinfluenzale vivo attenuato (LAIV) viene somministrato per via nasale in entrambe le narici.

 

A chi rivolgersi per la vaccinazione

Le varie Regioni e Province Autonome individuano le strutture più idonee per la vaccinazione. Di prassi, eseguono vaccinazioni i:

  • Dipartimenti di Prevenzione delle ASL;
  • Medici di Medicina Generale;
  • Pediatri di famiglia.

A queste strutture, ad ogni modo, si affiancano anche diverse strutture sanitarie pubbliche o private.

 

Condizioni che non sono controindicate

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, alcune condizioni NON hanno in generale controindicazioni particolari alla vaccinazione:

  • allergie alle proteine dell’uovo NON gravi (senza anafilassi);
  • lievi infezioni acute, anche se con febbre;
  • gravidanza;
  • allattamento;
  • infezioni da HIV e immunodeficienze congenite o acquisite.

Va ricordato, ad ogni modo, che controindicazioni e precauzioni specifiche sono indicate nel foglio illustrativo del singolo vaccino come, ad esempio, il vaccino spray nasale a virus attenuato (LAIV).

 

A chi non va somministrato il vaccino antinfluenzale

Secondo le indicazioni del Ministero, il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:

  • lattanti sotto i 6 mesi (per la mancanza di studi clinici approfonditi a riguardo);
  • soggetti che abbiano presentato una reazione allergica grave a una sua componente o a una dose precedente.

Una precauzione, inoltre, è rappresentata da malattie acute di media o grave entità che possono richiedere un approfondimento specifico.

Anche in questo caso, ad ogni modo, controindicazioni e precauzioni sono indicate nel foglio illustrativo del singolo vaccino e nelle caratteristiche del prodotto disponibili sul sito AIFA.

Vaccino antinfluenzale e Sindrome di Guillain-Barré

La Sindrome di Guillain-Barré è una malattia rara, che interessa le strutture nervose periferiche che vengono aggredite per errore dal sistema immunitario. La durata della malattia è variabile, ma in alcuni rari casi può divenire cronica.

I dati relativi a un legame tra vaccino antinfluenzale stagionale e Sindrome di Guillain-Barré sono variabili e non coerenti. Va tenuto in considerazione che rappresenta una:

  • controindicazione: un’anamnesi positiva di Sindrome di Guillain-Barré insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una dose di vaccino antinfluenzale precedente senza cause diverse che possano spiegare l’evento;
  • precauzione, se questa Sindrome non collegata alla vaccinazione è insorta da più di 12 mesi.

Sebbene i dati limitati, i vantaggi del vaccino antinfluenzale giustificano la vaccinazione in soggetti ad alto rischio di complicanze serie.

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