Lutto nel mondo del cinema mondiale

È stato al fianco di Sylvester Stallone (Rocky Balboa) nel ruolo di suo cognato Paulie Pennino nei sei film della saga di “Rocky”, ricevendo una nomination all’Oscar come attore non protagonista. L’ex pugile Burt Young, pseudonimo di Gerald “Jerry” Tommaso DeLouise, figlio di italo-americani, è morto a Los Angeles l’8 ottobre all’età di 83 anni, come ha dichiarato oggi “al New York Times “la figlia Anne Morea Steingieser. Stallone piange il collega e amico Young. “Mio caro amico, Burt Young, sei stato un uomo e un artista incredibile, mancherai molto a me e al mondo intero…Rip” ha scritto su Instagram l’attore, accompagnando il messaggio di cordoglio con una foto che li ritrae insieme sul set.

Un duro nella vita reale che di solito interpretava i duri sullo schermo, Young ha vestito i panni di un cliente corrotto dell’investigatore Jack Nicholson in “Chinatown” (1974), è stato il mafioso “Bed Bug” Eddie in “Il papa di Greenwich Village” (1984) e ha interpretato il protettore/chauffeur Lou di Rodney Dangerfield in “A
scuola con papà” (1986). Sergio Leone lo aveva scelto per il ruolo di Joe nel film “C’era una volta in America” (1984).

Nato nel Queens, a New York, il 30 aprile 1940, mentre lavorava come pulitore di tappeti, venditore e installatore, Young ha iniziato a studiare all’Actors Studio con Lee Strasberg, che sarebbe stato il suo mentore. Il suo primo ingaggio come attore è avvenuto all’età di 28 anni in una commedia teatrale. I suoi primi film sono stati storie che ruotavano intorno al crimine: “La gang che non sapeva sparare” (1971), “Il mio uomo è una canaglia” (1971) e “Rubare alla mafia è un suicidio” (1972). L’attore ha scelto come nome d’arte quello composto dal suo attore e cantante preferiti, Burt Lancaster e Neil Young. Nel biennio 1973-74 Young è stato particolarmente attivo, recitando in “Un grande amore da 50 dollari” di Mark Rydell, “40.000 dollari per non morire” di Karel Reisz, “Chinatown di Roman Polański, “La gemma indiana” di Marvin J. Chomsky e “Killer Elite” di Sam Peckinpah.

 

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Nei panni dell’arcigno pugile semi dilettante Paulie Pennino, fratello maggiore della moglie del migliore amico Rocky, Adrian (Talia Shire)
Young è stato una colonna portante della saga di Stallone a partire dal film inaugurale del 1976. Dopo aver allenato il pugile in una cella frigorifera di un un mattatoio di Philadelphia, dove l’italo-americano Pauline Pennino era impiegato, l’attore è stato un punto fermo di tutti i film fino a “Rocky Balboa” (2006). Young è stato diretto in più occasioni da registi italiani: nei film “Amityville Possession” (1982) di Damiano Damiani, “Americano ross” (1991) di Alessandro D’Alatri (1991), “Cattive ragazze” (1992) di Marina Ripa di Meana (1992), “Alibi perfetto” (1992) di Aldo Lado, “Berlin ’39” (1994) di Sergio Sollima, “Terra bruciata” (1999) di Fabio Segatori, “L’uomo della fortuna” (2000) di Silvia Saraceno, “Il nascondiglio” (2007) di Pupi Avati (2007), fino al più recente “Ci vediamo domani” (2013) di Andrea Zaccariello con Enrico Brignano. Oltre al cinema è apparso in diverse serie televisive, fra le quali “Law & Order – I due volti della giustizia”, “Walker Texas Ranger”, “Mash” e “Miami Vice”. Ha interpretato il padre mafioso in pensione del personaggio di Steve Schirripa ne “I Soprano”.

La redazione della Voce del Vesuvio .it  è vicina alla famiglia del grande attore scomparso

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