Monopoli-Juve Stabia 1-3, Bachini: “Nessuno di noi è mai stato in cima alla classifica…”

Di Fabrizio Battipaglia  

Il difensore della Juve Stabia, Matteo Bachini, è intervenuto in conferenza stampa al termine della vittoria esterna (1-3 Borello 40′ R, Piovanello 51′, 90′ + 4; Adorante 65′) sul campo del Monopoli:

Un’altra vittoria importante, tre vittorie consecutive, è arrivato anche questo filotto. Però se ti dico “Miglior difesa d’Italia” dopo questa gara al pari dell’Inter che sensazione ti dà? All’inizio della stagione ti aspettavi di arrivare in testa alla classifica?

“Sinceramente no, però conoscevo già il mister, so che per lui la fase difensiva è tutto. A Lucca prendemmo pochissimi gol nel girone di ritorno. A volte magari è un aspetto che viene trascurato per una squadra che arriva a metà classifica però adesso qui stiamo facendo qualcosa di importante perchè nessuno di noi è mai stato lì in cima alla classifica. Quindi basta veramente poco per far venir fuori l’inesperienza, la gioventù, perchè oltre a me sono in pochissimi ad avere magari qualche partita alle spalle quindi bisogna pensare gara dopo gara. Se pensiamo a vincere poi subentra la paura, l’angoscia, invece dobbiamo pensare prima al Brindisi, poi al Catania, alla Turris ecc. . Una partita alla volta perché se sogniamo troppo ora rischiamo di farci male quindi dobbiamo restare umili e concentrati”.

Complimenti innanzitutto per la prestazione perchè sei stato tra i migliori in campo anche nei momenti difficili del match. Dopo essere andati sotto con quel rigore cosa è scattato nel secondo tempo? Chiaramente anche la superiorità numerica è servita, ma qualcosa di diverso si è visto nel secondo tempo rispetto all’inizio del match?

“Inizialmente il Monopoli aveva preparato molto bene la gara, forse ci aveva studiato come poche altre squadre fino ad ora e ci chiudeva bene, poi aveva in attacco giocatori di qualità perchè Bulevardi, Borello, Tommasini non sono giocatori da zona play-out ma da zona play-off quindi sono stati bravi. A volte bisogna dare merito anche agli avversari, noi non eravamo forse nella nostra giornata migliore. Siamo andati in svantaggio per un episodio discutibile anche perchè secondo me il rigore non c’era, ma potevamo essere indubbiamente più attenti, forse è mancato un pizzico di esperienza come accaduto ad Avellino, poi nel secondo tempo grazie anche alla superiorità numerica riuscivamo ad uscire palla al piede con tranquillità, cosa che non avveniva nel primo e abbiamo giocato come facciamo sempre. Poi Piovanello era nella sua giornata di grazia. Lui e Mosti ci hanno dato quella qualità in più per vincere la partita. Quando hai giocatori così viene tutto più facile anche per noi dietro…”

È sbagliato dire secondo te che una partita come quella di oggi – una delle meno brillanti della Juve Stabia in cui si sono fatti tre gol e poi si è vinto nettamente nella ripresa – possa essere un segnale, una prova di forza che si dà ancora una volta nei confronti delle dirette inseguitrici magari mettendo pressione, come già sta capitando: ad es. l’Avellino sta perdendo col Messina in casa…

“Sì, può essere, ma ripeto, dobbiamo pensare a noi e vincere su un campo difficile come quello del Monopoli – anche l’Avellino ha fatto fatica la settimana scorsa – è stato fondamentale: è la prima volta che facciamo tre vittorie di fila, dobbiamo continuare così e pensare al Brindisi. Ora bisogna recuperare, ripartire domani più concentrati che mai. Col Monterosi la davamo tutti per vinta e abbiamo preso due gol in due minuti, quindi col Brindisi presumo sarà una partita simile. C’è poco da pensare perchè non sarà facile…”

Mister Pagliuca prima ha parlato del terreno di gioco. Può essere anche quello che vi ha condizionato un po’? Perchè sembrava che il pallone non avesse quel rimbalzo visto nelle ultime gare…

“Verissimo, però bisogna essere capaci di adattarsi alle condizioni del terreno di gioco. Se il campo non è in buone condizioni bisogna essere intelligenti e cercare di giocare più verticalmente, cosa che abbiamo sbagliato nel primo tempo perchè a volte rischiavamo troppo delle giocate col pressing alto degli avversari e quindi anche lì bisogna adattarsi”.

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