Le celebri parole di Mazzarri sul Napoli di Spalletti e la “mattunella”
Di Angelo Tortora
“Fare ‘a mattunella” (spero di averlo scritto bene, che poi vi arrabbiate con me come con Geolier). È una meravigliosa espressione del napoletano, che fa riferimento alla mattonella del biliardo, una delle quattro sponde imbottite del tavolo da gioco. Nel gergo del biliardo, dunque, usare la mattonella significa semplicemente ‘giocare di sponda’.
Walter Mazzarri, ad Aurelio De Laurentiis, ha ‘fatto una mattonella’ senza precedenti. E gli è bastata una semplice intervista, rilasciata al Corriere dello Sport a fine ottobre, meno di venti giorni prima di venire ingaggiato al posto di Rudi Garcia: “Il Napoli che mi piaceva tanto l’anno scorso con Spalletti me lo sono studiato a memoria. Conosco tutti i movimenti che facevano, questo fa parte di me”.
La verità? È che in molti gli avevamo creduto, perchè a Mazzarri gli si vuole un gran bene. Come non volerglielo. E ci ha fregati, tutti. Presidente compreso, che sperava di ripetere pedissequamente lo spartito spallettiano.
La verità. Quella postuma, che fa male. A tutti. Che il Napoli di Mazzarri è stato pietoso, che ha avuto qualche sussulto nervoso nelle prime quattro gare, più per la liberazione da Garcia che per l’impatto del nuovo tecnico.
Sarà vero, come è vero, che il primo amore non si scorda mai, ma qui ci è messo davvero in pericolo il ricordo che avevamo di Walter. Che doveva restare un ricordo, che s’è macchiato con questa gestione pessima, con le scuse ancor più imbarazzanti. “Non mi lamento più” aveva detto nella prima conferenza, e invece s’è trasformato in un pianto greco, come nelle vecchie abitudini.
Napoli-Monza. È stato il suo tormentone, il suo tormento, il manifesto di una parentesi di una pochezza imbarazzante. La gara presa a riferimento da Walter per evidenziare i progressi (secondo lui) del Napoli è stata una gara finita 0-0 col Monza. Basta questo, per fotografare questo paradossale periodo di nostalgia canaglia. Dove niente è stato com’era. Perchè non è vero che quando c’è l’amore c’è tutto. No, chell’ è ‘a salute!