Oggi è San Alessandro di Alessandria !
26 febbraio 2024
Liturgia del giorno:
Dn 9, 4-10; Sal.78; Lc 6, 36-38.
Questo patriarca di Alessandria, nato verso il 250, entrò in carica nel 313, l’anno in cui i cristiani ottennero dall’imperatore Costantino la libertà di culto. A quel tempo si discuteva se si dovessero riammettere nella Chiesa i cristiani che per paura durante le persecuzioni avevano rinnegato la fede (i cosiddetti lapsi, caduti). Alessandro tenne a freno gli oltranzismi, cercando di mettere pace tra i “duri” e gli “indulgenti”. Ma il suo nome è legato soprattutto alla sua strenua difesa del dogma contro l’eresia di Ario, il quale nella sua concezione della Trinità sosteneva che il Figlio è distinto dal Padre non solo come persona, ma anche come sostanza, creato dal Padre e a lui inferiore. Alessandro provò a ricondurlo alla verità con dolcezza, dialogando fraternamente con lui in parecchi colloqui, ma tutto fu inutile, dal momento che Ario aveva ormai sedotto una parte del clero e del popolo. Verso il 320, Alessandro convocò un centinaio di vescovi di Egitto e di Libia per esaminare l’insegnamento dell’eretico, contro il quale fu pronunciato l’anatema. Ma costui, invece di sottomettersi, passò in Palestina cercando di screditare il patriarca e facendosi passare per perseguitato, riuscendo a convincere, tra gli altri, Eusebio di Cesarea ed Eusebio di Nicomedia; quest’ultimo riunì due sinodi per riabilitare Ario. Per risolvere la questione che si andava complicando fu convocato a Nicea nel 325 quello che fu il primo concilio ecumenico nella storia della Chiesa, al quale prese parte, nonostante l’età e la salute malferma, anche Alessandro insieme al diacono Atanasio, suo futuro successore. Ario fu nuovamente condannato e il Concilio elaborò un “simbolo” in cui di afferma che il Figlio è «Dio vero da Dio vero, generato e non creato, della stessa sostanza del Padre», come anche oggi si recita nel “Credo” della Messa. Il santo si rimise al lavoro per sanare le ferite provocate dall’eresia e dallo scisma, ma morì dopo soli cinque mesi nel 328