Staje mman’all’art’
Esiste, quando meno te l’aspetti, un punto preciso in cui ti accorgi che scegli di restare fermo a pensare che ormai non ci sia più nulla da fare e – contemporaneamente – notare che c’è qualcuno che invece riesce a fare qualcosa, proprio lì dove pensavi non si potesse fare più nulla.
Come quando comincia a far giorno ma il cielo regala ancora i colori della notte o il sole sorge mentre la luna deve ancora tramontare.
Una terra di mezzo dove accade qualcosa che non c’era prima e non ci sarà dopo, perché prima si sa com’è andata e dopo non si sa come andrà.
In questo spazio trovi Manallart, società cooperativa a r.l., formata da un gruppo di giovani incoscienti e intraprendenti che per passione sceglie di impegnare il loro tempo e le loro competenze per valorizzare e riscoprire luoghi, opere, aree, resti, edifici, strade, monumenti della nostra città che per troppo tempo sono state occultate dalla malavita, dal lato peggiore della politica, dall’abbandono, privando la città stessa di una risorsa di sviluppo impagabile.
Giovani intraprendenti con competenze di storici dell’arte, studiosi di storia del Mezzogiorno, attori, urbanistica o qualificate guide turistiche che impunemente si sostituiscono allo Stato, il cui compito sarebbe anche quello che preservare e tutelare il patrimonio artistico del nostro paese, il più ricco e densamente distribuito al mondo. Ma non lo fa.
Manallart ha scelto di svolgere la propria attività in quell’area della nostra città che solo qualche anno fa era territorio inviolabile, di appannaggio della criminalità organizzata, area off limits a turismo e gente comune, teatro di illegalità e regolamenti di conti senza regole di ingaggio o etica morale.
I suoi componenti sono: Eduardo Miguel Salzano; Roberta Marino; Chiara Bolognino; Anna Trocciola; Ilaria Chierchia; Noemi Matacena; Errico Liguori. Istituita nel 2016, Manallart si impegna a rendere fruibili e visitabili le tante e interessanti zone di uno dei quartieri più popolosi e popolari in città, Forcella; uno di quei quartieri dove la gente, i palazzi, i negozi, le bancarelle e i motorini ti stanno addosso, e bisogna essere abili a muoversi in una gimkana che potrebbe essere anche quella un’esperienza indimenticabile.
Manallart propone tour a tema, inventando storie di personaggi famosi e di indubbia rilevanza storica per accompagnare i numerosi visitatori – italiani e stranieri, tanti stranieri – per vicoli e vicoletti, un po’ ammirando i basoli di piperno della loro pavimentazione ( anche per non cadere o inciampare ), un po’ naso all’insù per segnalare scudi nobiliari dinanzi a palazzi storici o fili di panni stesi ( e in città abbiamo inventato i fili per stendere i panni in comune, da palazzo a palazzo, scavalcando il vicolo, tra due finestre che non hanno nulla in comune: il trionfo della tolleranza).
Sabato 24 febbraio 2024 è stato il turno nientemeno che di Michelangelo Merisi, proprio lui, il pittore maledetto che ha lasciato tre delle sue opere magistrali in città…e chi non le conosce. Il bravissimo attore Errico ha impersonato e indossato materialmente i panni del Caravaggio, e con i suoi monologhi ha integrato le nozioni di storia, arte e urbanistica raccontate da Ilaria, appassionata ed entusiasta storica dell’arte e Noemi, integerrimo generale, travestito da gentile e puntuale collaboratrice (sempre pronta e presente). La nutrita e variopinta squadra, ha condotto per mano – malgrado la pioggia – un numeroso gruppo di curiosi dall’Obelisco di San Gennaro fino alla chiesa dell’Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce, gioiello riscoperto, riaperto ed affidato proprio grazie all’impegno costante sul territorio di Manallart.
Non ci è sembrato vero camminare per quelle strade e piazze seminascoste in un tristemente storico territorio esclusivo di criminalità organizzata e spaccio, e farlo osservando Ilaria parlare con leggerezza e autorità – sorridendo – con sagrestani, pizzaioli, barman, titolari di bancarelle di biancheria, donne, bambini in strada senza alcun timore di attirare su di sé l’attenzione del gruppo, per indicare ora un murale, una chiesa, un affresco, un portone, un bassorilievo.
Forcella adesso è un territorio dove grazie al turismo sono in tanti ad aver convertito la loro attività in attività di accoglienza, ristoro e cultura e non è difficile incontrare turisti che – anche in autonomia – sanno bene dove andare, cosa visitare, cosa fotografare e cosa portare nelle loro città e paesi di origine, di giorno come di sera.
Le gocce di pioggia non hanno guastato la bellezza della rappresentazione itinerante. Tanta attenzione, tanto garbo di Ilaria e Noemi cui non sfugge nulla, e l’organizzazione appare un meccanismo oliato alla perfezione.
Attendiamo di vedere Manallart estendere la sua attività e incrementare il numero dei suoi componenti e sostenitori; e vorremmo vedere sorgere altre realtà che consentano alla città di recuperare i propri spazi e ai cittadini di riprendersi quel che è proprio.
Le proposte attualmente rodate e scadenzate sono varie e attraversano interessi di diversa natura.
Si tratta di affidarsi, partecipare, fare la propria parte nell’esserci e nel divulgare, sicuri di non fare la scelta sbagliata perché – qualunque sia la scelta – “staje mman’all’art”.