My fair lady: all’Augusteo cronaca di un trionfo annunciato

Cronaca di un trionfo annunciato. All’Augusteo, per la prima di My Fair Lady, il pubblico ha applaudito a scena aperta Serena Autieri e tutto il cast. Tre ore piene di musica, balletti, recitazione: tutti perfetti. Del resto se il successo era stato sancito per una trentina di repliche al Sistina, nel tempio del musical italiano, era facile prevedere un simile successo anche a Napoli, per altro a casa Autieri. Per altro Serena Autieri anche stavolta è stata padrona del palcoscenico. Qualcuno, dopo averla vista al Sistina ha parlato di lei come la migliore interprete degli ultimi 20 anni di My Fair Lady. Considerando che stiamo parlando del musical più rappresentato al mondo dal giorno della sua prima rappresentazione…

Bravissima Serena, bravi tutti i suoi compagni. Anche, e soprattutto verrebbe da dire, i ragazzi del corpo di ballo, la cui presenza sul palco è servita non solo a legare i vari momenti dello spettacolo, ma addirittura a muovere la scenografia.

Alla fine applausi per tutti. Con l’apparizione di una torta sul palco. Giusto per festeggiare il compleanno di Giulia, la figlia di Serena Autieri, che ha compiuto 11 anni. Per lei i fiori di papà Enrico Griselli, che oltre ad essere il marito di Serena, è anche il produttore del lavoro. Uno che ha un coraggio bestiale, perché portare in giro una compagnia come questa è un rischio non da poco. Un rischio sicuramente calcolato, vista la bontà dei suoi attori/cantanti/ballerini/coreografo, e via discorrendo. In ogni caso in un teatro italiano, in cui i cast sono sempre più ridotti, è bello vedere chi ama ancora il rischio.

Ultima considerazione sul linguaggio utilizzato. Magari sarebbe stato perfetto avere sul palco attori che parlassero il napoletano. Una storia come questa, ambientata a Londra, magari si poteva portare bene anche a Napoli, semmai nel centro storico, dove ci sono palazzi storici straordinari, ma anche i vicoli di Forcella. Si è preferito però lasciare gli attori che parlavano una specie di dialetto del centro Italia. Ma questo era stato spiegato il giorno prima, in conferenza stampa: il dialetto napoletano sarebbe stato perfetto, ma poi al di fuori della Campania il pubblico come avrebbe reagito. Invece questa lingua un po’ così è comprensibile da tutti. Da Roma a Bolzano, dove pure il lavoro è andato in scena, non ci sono problemi. Però, confessiamolo, l’idea di una Eliza che parla il dialetto napoletano (Serena Autieri l’avrebbe fatto alla grande) sarebbe stata intrigante. Magari una prossima volta, chissà…

 

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