Il Lupo e la Luna: lu cuntu conquista il pubblico del Mercadante

Il Lupo e la Luna è una storia in forma di “cuntu” l’antica forma di narrazione orale della Sicilia. Partiamo da questa considerazione tratta dalla presentazione del lavoro come riportato sul sito del Mercadante, il teatro in cui è andata in scena sabato sera la rappresentazione del lavoro di Lello Analfino e Salvo Piparo.

Per spiegare cosa sia “u cuntu” partiamo da Anna Sica, storica del teatro siciliana, che chiarisce le peculiarità dell’arte del cunto, attraverso analisi e considerazioni di argomento specificamente linguistico. Spiega, infatti, che il cuntista va necessariamente distinto dal cantastorie, con il quale non ha in comune nulla per quanto riguarda l’apparato scenico. Lo stesso Mimmo Cuticchio ha avuto cura, in più occasioni, di sottolineare di essere sempre stato un oprante e cuntista, ma mai un cantastorie (o cuntastorie). Il cuntista scandisce il tempo del proprio racconto agitando una spada in legno e battendo il piede su una pedana, spesso indossando uno zoccolo.

Questa lunga introduzione necessaria per spiegare cosa è questo lavoro, scritto da Pietrangelo Buttafuoco con la trasposizione teatrale di Valentino Picone. Poco più di un’ora che ha tenuto avvinto il pubblico presente. Per coloro che non avevano mai assistito ad un lavoro del genere indubbiamente è stata una sorpresa. Al di là della trama, la storia di un giovane messinese, Scipione, che rapito dai turchi ha fatto carriera nelle file dell’esercito turco, e ad un certo punto si è trovato a combattere contro suo fratello nell’assedio di Messina, trama piuttosto banale se vogliamo, l’attrazione è stata data dai due narratori sul palco.

L’attenzione del pubblico è stato il segnale di gradimento. Certo ci vuole coraggio a portare in scena un lavoro del genere. Che magari in Sicilia ha i suoi estimatori, ma che a Napoli è piuttosto difficile da imporre. Possiamo dire che la bravura dei due attori ha compensato lo scarso movimento, e la poca luce. Ed anche il linguaggio, che specie nel caso di Salvo Piparo spesso era difficile da comprendere per strane pause.

In ogni caso è stato affascinante vedere un lavoro che è completamente diverso da quelli cui solitamente si assiste a teatro. Al pubblico presente (non c’era il tutto esaurito, ma non essendo in abbonamento era un fatto scontato) è piaciuto. Ed è questo il messaggio che ci piace far passare.

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