Per lei, nel giorno del suo compleanno

Nel calore dell’accoglienza che da sempre il teatro Tram riserva a chi sceglie di varcare le soglie dei suoi intricati ambienti, abbiamo ritrovato – dal 22 al 24 marzo – un testo di quelli che difficilmente si dimenticano, perchè difficilmente se ne trovano di simili.
Una perla, un’altra, al collier che il Tram inanella senza bisogno di clamori, una ad una.
Un testo che racconta la storia di due protagonisti, un uomo e una donna.
Per lei, nel giorno del suo compleanno” è un percorso ad ostacoli dove i due unici attori in scena – Simone Tangolo e Monica Buzoianu – alternano senza strafare personaggi e situazioni legate le une alle altre come anelli di una stessa catena, incontri e soprattutto interazioni simili a quelle che potremmo trovare nelle nostre quotidianità e – per questo – a noi familiari, sebbene espresse da personaggi e ambienti irreali.
E’ mirato lo sforzo dell’autore – Francesco Bianchi – che, nella sinossi, parla di “partenza improvvisa per un lungo viaggio”, che ha come meta la consegna di un dono di compleanno, ma che nel dipanarsi dei monologhi e dei dialoghi che si alternano in scena, atterra in platea come un susseguirsi di riflessioni e bilanci di un uomo e di una donna sul loro vivere, che non danno pausa, e che al dissolversi dell’una viene rimpiazzata dalla successiva.
In questo lavoro sottile i due attori si tendono di continuo la mano, si lanciano a vicenda la volata verso la parte che compete al collega di scena, in una sorta di collaborazione percepita quasi alla pari, quasi come se non ci fosse un solo protagonista, ma due.
C’è voglia, forse esigenza, di rompere la quarta parete e arrivare in platea.
Non c’è tempo per restare fermi sul singolo oggetto di scena adoperato, sulla singola battuta data con voce poderosa e chiara, sulla singola situazione rappresentata a metà con la mimica a metà con la simulazione. La corsa verso la meta è continua, nulla disturba il percorso anzi, lo arricchisce malgrado l’improvviso alternarsi di istantanee apparentemente isolate dal contesto, incubi, sogni, drammi.
Fin dalle prime azioni appare chiaro che la meta del viaggio è offuscata, distante, irreale, ed è il viaggio – in realtà – a rappresentare lo scopo del suo stesso peregrinare: che potrebbe non aver fine. Le trappole che il protagonista maschile è impegnato ad evitare sono i dubbi e le scelte che si trova a dover prendere di volta in volta, sia quando è solo sia quando interagisce con una donna incontrata durante il viaggio, una sorta di alter ego che gli sbatte in faccia la realtà vera, in un contraddittorio a volte aspro ma sempre verosimile.
Se c’è chi viaggia, c’è chi attende. E le attese, in scena come nella vita, rischiano di logorare le relazioni e l’essenza stessa dell’interazione e del rapporto tra un lui e una lei, fino a vanificare il senso stesso del viaggio intrapreso.
Il teatro – come sempre – metafora della vita.
Cosa rimane, sulle meravigliose tavole consumate del palcoscenico del Tram?
L’arrendevolezza di chi sa che nulla cambia, e che sarà così, anche domani.
E anche domani. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

RSS
Follow by Email
Pinterest
LinkedIn
Share
Instagram
Telegram
WhatsApp
FbMessenger
Tiktok