’Cristalli. L’anima delle donne’’,con la prefazione di Cinzia Baldazzi
Di Gigione Maresca
Presentiamo ai lettori una nuova opera della Prof.Anna D’Auria che spazia tra poesia,racconti e romanzi con approfondimenti dal mondo classico al moderno.
Storie che coinvolgono il mondo emotivo di chi ama la letteratura classica al confronto con temi della nostra vita contemporanea.
‘’Cristalli. L’anima delle donne’’
Qualche passaggio della prefazione a cura di Cinzia Baldazzi
La produzione lirica ospitata da Cristalli esplicita la propria classicità in maggior parte sul versante lessicale e ortografico…
Ne scaturisce un’esegesi provvista di molteplici direzioni, sospesa tra la Weltanschauung (“visione del mondo”) e – puntualizzerebbe Umberto Eco – «il modo in cui una cultura [quella classica, ndr] pertinentizza le proprie unità semantiche e il sistema di significanti che le nominano e le interpretano». Vengono inoltre e “volontariamente” aggiunte antinomie o campi significazionali antitetici, per imparare a superare le istanze negative e gli spettri di morte che attanagliano pensieri e azioni.
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La seconda parte di Cristalli prende avvìo proprio varcando l’aura della ψυχή (psiuché), o meglio con la mente rivolta alla poesia considerata «libertà che vibra nelle nostre anime». L’identificazione del messaggio, corrispondente all’input dialettico e complesso di Madre Natura, si colloca in uno spazio semantico in cui (secondo la teoria del semiologo-filosofo statunitense Charles Morris) il contenuto di un segno coincide con la disposizione a rispondervi nell’immediato.
Come? Innanzitutto condividendo una gamma lessicale differenziata dal codice comune contemporaneo: dall’inserimento di vocaboli ed espressioni della lingua latina («limes», «imago», «origo», «callidae iuncturae») alla scelta di termini appartenenti a strutture linguistiche classiche («desìre», «alma», «verno», «speme», «aere») sino all’apocope vocalica («fatal», «mar», «sentir», «amor», «lasciam», «sentier»). In secondo luogo, rendendo esplicita la poetica programmatica di stabilire maieuticamente, non di imporre, la supremazia della Madre Terra, di Γαῖα (Gàia) o Gea, scenario costante di condizioni tra loro opposte, dalla fine estrema alla palingenesi:
Riposa la tua alma / nel muschio acre / della terra / mentre odora di nuova vita / grida il suo riscatto / con parole senza tempo
[da Riposa]
Sciolto il sandalo screziato / tra le docili ghirlande della memoria / nuda nei pensieri ti levi / dall’umida terra fluente d’orgoglio
[da Orgoglio di donna]
La silloge offre un omaggio e, al contempo, un monito alla rinascita, rivolto a tutte le donne, perché dopo aver sperimentato sulla loro pelle il dolore, saggiando le proprie fragilità e debolezze, possano trasformarle in punti di insperata forza, per riemergere dal marasma della sofferenza.
Seguendo l’esempio della giovane Antigone, protagonista dell’omonima tragedia del drammaturgo Sofocle, la poetessa Anna D’Auria auspica che ogni donna possa sempre rivestirsi di luce, rivendicando con coraggio ed eternando il valore delle leggi non scritte, ἄγραπτα νόμιμα, le istanze del cuore.