Oggi inizia il mese ” Mariano !”
La Madonna della tenerezza nell’opera di un pittore cretese
maggio è il periodo dell’anno che più di ogni altro abbiniamo alla Madonna. Un tempo in cui si moltiplicano i Rosari, sono frequenti i pellegrinaggi ai santuari, si sente più forte il bisogno di preghiere speciali alla Vergine. Una necessità avvertita con particolare urgenza nel tempo, drammatico, che stiamo vivendo. L’ha sottolineato più volte il Papa che già nella “Lettera” inviata a tutti i fedeli il 25 aprile di tre anni fa evidenziava l’importanza di rivolgersi a Maria nei momenti di difficoltà. Un invito caldo e affettuoso a riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa. Lo si può fare insieme o personalmente, diceva, ma senza mai perdere di vista l’unico ingrediente davvero indispensabile: la semplicità. Contemplare il volto di Cristo con il cuore di Maria, aggiungeva papa Francesco, “ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare questa prova”.

Il re saggio e la nascita del Rosario
In particolare la storia ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X detto il saggio, re di Castiglia e Leon, in “Las Cantigas de Santa Maria” celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via (…)». Di lì a poco il beato domenicano Enrico Suso di Costanza mistico tedesco vissuto tra il 1295 e il 1366 nel Libretto dell’eterna sapienza si rivolgeva così alla Madonna: «Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bei viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!». Ma il Medio Evo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome. Siccome alla amata si offrono ghirlande di rose, alla Madonna si regalano ghirlande di Ave Maria.
Le prime pratiche devozionali, legate in qualche modo al mese di maggio risalgono però al XVI secolo. In particolare a Roma san Filippo Neri, insegnava ai suoi giovani a circondare di fiori l’immagine della Madre, a cantare le sue lodi, a offrire atti di mortificazione in suo onore. Un altro balzo in avanti e siamo nel 1677, quando il noviziato di Fiesole, fondò una sorta di confraternita denominata “Comunella”. Riferisce la cronaca dell’archivio di San Domenico che «essendo giunte le feste di maggio e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominiciava a cantar meggio e fare festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla Santissima Vergine Maria….». Si cominciò con il Calendimaggio, cioè il primo giorno del mese, cui a breve si aggiunsero le domeniche e infine tutti gli altri giorni. Erano per lo più riti popolari semplici, nutriti di preghiera in cui si cantavano le litanie, e s’incoronavano di fiori le statue mariane. Parallelamente si moltiplicavano le pubblicazioni. Alla natura, regina pagana della primavera, iniziava a contrapporsi, per così dire, la regina del cielo. E come per un contagio virtuoso quella devozione cresceva in ogni angolo della penisola, da Mantova a Napoli.
O Maria, Tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza. Noi ci affidiamo a Te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede. Tu, Salvezza del popolo romano, sai di che cosa abbiamo bisogno e siamo certi che provvederai perché, come a Cana di Galilea, possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova. Aiutaci, Madre del Divino Amore, a conformarci al volere del Padre e a fare ciò che ci dirà Gesù, che ha preso su di sé le nostre sofferenze e si è caricato dei nostri dolori per condurci, attraverso la croce, alla gioia della risurrezione. Amen. Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
L’indicazione del gesuita Dionisi
L’indicazione di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725 Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio “Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei”. Tra le novità del testo l’invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine». In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera (preferibilmente il Rosario) davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria. Negli stessi anni, per lo sviluppo della devozione mariana sono importanti anche le testimonianze dell’altro gesuita padre Alfonso Muzzarelli che nel 1785 pubblica “Il mese di Maria o sia di Maggio” e di don Giuseppe Peligni.

Da Grignion de Montfort all’enciclica di Paolo VI
Il resto è storia recente. La devozione mariana passa per la proclamazione del Dogma dell’Immacolata concezione (1854) cresce grazie all’amore smisurato per la Vergine di santi come don Bosco, si alimenta del sapiente magistero dei Papi. Nell’enciclica Mense Maio datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia». Nessun fraintendimento però sul ruolo giocato dalla Vergine nell’economia della salvezza, «giacché Maria – scrive ancora papa Montini – è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso». Un ruolo, una presenza, sottolineato da tutti i santi, specie da quelli maggiormente devoti alla Madonna, senza che questo diminusca l’amore per la Madre, la sua venerazione. Nel “Trattato della vera devozione a Maria” san Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Dio Padre riunì tutte le acque e le chiamò mària (mare); riunì tutte le grazie e le chiamò Maria»
«Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio». Nella presente situazione drammatica, carica di sofferenze e di angosce che attanagliano il mondo intero, ricorriamo a Te, Madre di Dio e Madre nostra, e cerchiamo rifugio sotto la tua protezione. O Vergine Maria, volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus, e conforta quanti sono smarriti e piangenti per i loro cari morti, sepolti a volte in un modo che ferisce l’anima. Sostieni quanti sono angosciati per le persone ammalate alle quali, per impedire il contagio, non possono stare vicini. Infondi fiducia in chi è in ansia per il futuro incerto e per le conseguenze sull’economia e sul lavoro. Madre di Dio e Madre nostra, implora per noi da Dio, Padre di misericordia, che questa dura prova finisca e che ritorni un orizzonte di speranza e di pace. Come a Cana, intervieni presso il tuo Figlio Divino, chiedendogli di confortare le famiglie dei malati e delle vittime e di aprire il loro cuore alla fiducia. Proteggi i medici, gli infermieri, il personale sanitario, i volontari che in questo periodo di emergenza sono in prima linea e mettono la loro vita a rischio per salvare altre vite. Accompagna la loro eroica fatica e dona loro forza, bontà e salute. Sii accanto a coloro che notte e giorno assistono i malati e ai sacerdoti che, con sollecitudine pastorale e impegno evangelico, cercano di aiutare e sostenere tutti. Vergine Santa, illumina le menti degli uomini e delle donne di scienza, perché trovino giuste soluzioni per vincere questo virus. Assisti i Responsabili delle Nazioni, perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità, soccorrendo quanti mancano del necessario per vivere, programmando soluzioni sociali ed economiche con lungimiranza e con spirito di solidarietà. Maria Santissima, tocca le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro. Madre amatissima, fa’ crescere nel mondo il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia, nella consapevolezza del legame che tutti unisce, perché con spirito fraterno e solidale veniamo in aiuto alle tante povertà e situazioni di miseria. Incoraggia la fermezza nella fede, la perseveranza nel servire, la costanza nel pregare. O Maria, Consolatrice degli afflitti, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati e ottieni che Dio intervenga con la sua mano onnipotente a liberarci da questa terribile epidemia, cosicché la vita possa riprendere in serenità il suo corso normale. Ci affidiamo a Te, che risplendi sul nostro cammino come segno di salvezza e di speranza, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.
Giovanni Paolo II il Papa di Maria
Maria è, naturalmente, molto presente nel magistero dei Papi. Basti pensare a san Giovanni Paolo II il cui motto: “Totus tuus” richiamava esplicitamente il legame con la Vergine. Wojtyla è stato beatificato il 1° maggio 2011. Nell’omelia, quel giorno Benedetto XVI disse: «Tutti siamo lieti che la beatificazione di Giovanni Paolo II avvenga nel primo giorno del mese mariano, sotto lo sguardo materno di Colei che, con la sua fede, sostenne la fede degli Apostoli, e continuamente sostiene la fede dei loro successori, specialmente di quelli che sono chiamati a sedere sulla cattedra di Pietro. Maria non compare nei racconti della risurrezione di Cristo, ma la sua presenza è come nascosta ovunque: lei è la Madre, a cui Gesù ha affidato ciascuno dei discepoli e l’intera comunità. In particolare, notiamo che la presenza effettiva e materna di Maria viene registrata da san Giovanni e da san Luca nei contesti che precedono quelli del Vangelo odierno e della prima Lettura: nel racconto della morte di Gesù, dove Maria compare ai piedi della croce (cfr Gv 19,25); e all’inizio degli Atti degli apostoli, che la presentano in mezzo ai discepoli riuniti in preghiera nel cenacolo (cfr At 1,14)».
Sarà come sempre il “Buongiorno a Maria” a dare inizio al mese dedicato alla Madonna al santuario di Pompei. Ogni giorno, eccetto la domenica, alle 6.30, i fedeli si ritroveranno in basilica per recitare la preghiera con la quale affidare il nuovo giorno che inizia a Maria. Il “Buongiorno a Maria”, come altri appuntamenti del mese mariano, sarà trasmesso in diretta da Tv2000.
Maggio sarà, dunque, un mese denso di appuntamenti al santuario fondato dal beato Bartolo Longo. In preparazione alla supplica dell’8 maggio, da oggi, lunedì 29 aprile, e fino al 7 maggio, al termine del Rosario delle 18, sarà recitata la novena d’impetrazione. Lunedì 6, antivigilia della supplica, alle 18 ci sarà la tradizionale discesa del quadro, seguita, alle 19, dalla santa messa presieduta dall’arcivescovo, mons. Tommaso Caputo. Martedì 7, vigilia della supplica, a partire dalle 22, si terrà la veglia, che raggiungerà il culmine alle 24, con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Caputo.
Mercoledì 8, alle 12, si reciterà la supplica. Il rito solenne, che avrà inizio alle 10.30 con la santa messa, sarà presieduto da mons. Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli, e trasmesso in diretta televisiva da Canale 21 e da Tv2000 (canale 28 Ddt, 157 Sky e 18 Tivusat).
Nei sabati 4 e 18 maggio, si svolgerà la Via Pacis – Preghiera per la pace universale. L’appuntamento è alle 19.45, nel piazzale “San Giovanni XXIII”, dove, dopo la recita del Rosario, partirà la processione aux flambeaux verso il santuario, attraversando piazza Bartolo Longo.
Il 25, infine, ultimo sabato del mese, si svolgeranno, come da tradizione, i pellegrinaggi a piedi da Sorrento-Castellammare di Stabia, da Napoli e da altre città campane.
Intanto, domenica 5, 12, 19 e 26 maggio saranno celebrate le sante messe all’aperto, nel piazzale “San Giovanni XXIII”, alle 9.30, alle 10.30 e alle 18.30.
Ritorneranno anche gli appuntamenti con le sante messe trasmesse in diretta da Tv2000, tutti i giorni alle 8.30, il sabato e la domenica anche alle 19. La domenica, alle 10, la santa messa da Pompei sarà trasmessa in diretta su Canale 5.
Quali sono i 30 santuari coinvolti
- Nostra Signora di Walsingham in Inghilterra.
- Jesus the Saviour and Mother Mary in Nigeria.
- Madonna di Częstochowa in Polonia.
- 4 maggio Basilica dell’Annunciazione a Nazareth.
- Beata Vergine del Rosario in Corea del Sud.
- Nostra Signora Aparecida in Brasile.
- Our Lady of Peace and Good Voyage nelle Filippine.
- Nostra Signora di Lujan in Argentina.
- Santa Casa di Loreto in Italia.
- Nostra Signora di Knock in Irlanda.
- Vergine dei Poveri a Banneux in Belgio.
- Notre Dame d’Afrique in Algeria.
- Beata Vergine del Rosario di Fatima in Portogallo.
- Nostra Signora della Salute in India.
- Madonna Regina della Pace a Medjugorje in Bosnia.
- St. Mary’s Cathedral in Australia
- Immacolate Conception negli Stati Uniti.
- Nostra Signora di Lourdes in Francia.
- Meryem Ana in Turchia.
- Nuestra Señora de la Caridad del Cobre a Cuba.
- Madonna di Nagasaki in Giappone.
- Nuestra Señora de Montserrat in Spagna.
- Notre Dame du Cap in Canada.
- Santuario Nazionale Madonna Ta’ Pinu a Malta.
- Nuestra Señora de Guadalupe in Messico.
- Madre di Dio a Zarvantysia in Ucraina.
- Madonna Nera di Altötting in Germania.
- Nostra Signora del Libano.
- Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei in Italia.
I 3 momenti della giornata
- La preghiera del mattino presso il Santuario inizierà con il gesto simbolico dell’Accensione della lampada posta davanti all’immagine della Madonna. Subito dopo, sarà proclamato il brano della Scrittura tratto dal capitolo 12 degli Atti degli Apostoli, da cui l’iniziativa prende il nome. Al termine, il Celebrante introdurrà il significato del gesto e della giornata, pregando poi la Vergine, con i fedeli presenti con l’antica preghiera Sub tuum praesidium.
- Apice della giornata di preghiera presso il Santuario sarà la Recita del Santo Rosario, secondo le tradizioni e le usanze locali, per la fine della pandemia e per l’intenzione particolare quotidiana affidata da Papa Francesco, secondo le indicazioni fornite nello Schema per la preghiera.
- Al termine della giornata, tutti i fedeli, riuniti presso il Santuario, rivolgeranno il Saluto alla Vergine, consegnando idealmente al Santuario successivo il testimone della preghiera idealmente al Santuario successivo il testimone della preghiera.