Orsini show al Mercadante ne “Le memorie di Ivan Karamazov”

Ad un attore come Umberto Orsini il pubblico è pronto a perdonare tutto. Quindi nel parlare de “Le memorie di Ivan Karamazov” andato in scena al Mercadante per le prima il 30 aprile non partiamo dalla standing ovation finale. Era una sorta di atto dovuto. Diciamo che a prescindere da tutto era un atto dovuto, un omaggio alla carriera per un grande attore che da qualche settimana ha superato la soglia dei 90 anni.
90 anni è un traguardo difficile per tutti. Pensare che a 90 anni compiuti si abbia la forza di restare da solo sul palco per 70 minuti è un altro aspetto da non trascurare. Chi arriva a quella veneranda età lo fa di solito con mille acciacchi. Nel caso di Orsini abbiamo un attore che ha la forza fisica di restare in scena per oltre un’ora, sempre in piedi, muovendosi sul palco. Particolare non secondario: ricordando a memoria un testo molto lungo. La standing ovation finale varrebbe anche solo per questo.
Ma abbiamo scritto che non avremmo parlato di questo “atto dovuto”. Umberto Orsini: un uomo, un attore. E poi quello che è diventato quasi il suo alter-ego: Ivan Karamazov. Lo ha scritto nelle note di regia lo stesso Orsini quando ha parlato di un incontro tra lui e Ivan Karamazov avvenuto 50 anni fa, in uno studio televisivo di viia Teulada. Il riferimento era ovviamente allo sceneggiato Rai, che ebbe ascolti record. Da quel momento, ha scritto Orsini, “… e da allora ci siamo guardati nello specchio e ci siamo confusi uno nell’altro al punto di identificarci o de-identificarci. L’ho costruito giorno dopo giorno quell’Ivan, gli ho dato un aspetto severo, l’ho fatto diventare biondissimo, quasi albino, gli ho messo un paio di occhialini tondi e dei colletti inamidati di fresco. L’ho difeso da una sceneggiatura che lo penalizzava, battendomi per dare lo spazio adeguato all’importanza del suo Grande Inquisitore”.
L’incontro con personaggio creato da Fëdor Dostoevskij è stato fondamentale nella vita di Orsini, oltre che per la sua carriera. Viene quasi da pensare che questo “Le memorie di Ivan Karamazov” possa essere una sorta di riassunto della sua esistenza. A 90 anni ci sta un fatto del genere. Solo che dopo averlo visto dominare la scena è difficile credere che questo possa essere il suo addio. Magari tra qualche tempo ci troveremo di nuovo Orsini nei panni di Igor Karamazov, per un nuovo lavoro da lui stesso scritto. Sarebbe la quarta volta che Umberto Orsini affronta l’ultimo è più grande romanzo di Fëdor Dostoevskij. Difficile pensare che il grande interprete possa portare in scena un altro personaggio. Ormai lui e Igor sono quasi la stessa persona.
La storia de “Le Memorie…” possiamo anche non svelarla. Passa quasi in secondo piano. Chi può vada a teatro. Ne vale la pena soprattutto per rendere omagggio al grande interprete.

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