Ilaria Salis, il papà: “Negano il diritto di voto a mia figlia”

Di Fabrizio Battipaglia  

“Ho parlato con Ilaria, mi ha detto che nel carcere hanno chiesto a tutte le detenute se volevano votare e lei ovviamente ha risposto di sì, ma le è stato detto che c’è una carenza legislativa italiana che non le consentirebbe di votare. Ha interpellato l’ambasciata che non le ha saputo dare risposta, c’è una palese violazione dei diritti umani in corso e ci vorrebbe una presa di posizione chiara del governo”. Ha dichiarato all’Ansa Roberto Salis, padre dell’insegnante e attivista detenuta a Budapest da più di 15 mesi con l’accusa di aver partecipato a una spedizione punitiva contro due militanti neonazisti e candidata alle Elezioni Europee con Avs.

“L’ambasciatore italiano a Budapest Manuel Jacoangeli ha contattato il ministero dell’Interno visto che è un problema loro e mi aspetto una presa di posizione chiara per capire se tutti i cittadini possono esercitare il loro diritto di voto”, ha spiegato Roberto Salis.

“Hanno detto a Ilaria che è straniera e quindi non sanno come farla votare”, ha proseguito il padre dell’attivista milanese che è ancora in cella nonostante siano scaduti i termini della sua detenzione cautelare in carcere: “E’ un’altra palese violazione dei diritti umani. L’8 maggio sono scaduti i sei mesi stabiliti dal giudice che non decide sul prolungamento finchè non arriva la decisione sull’appello che abbiamo presentato per avere i domiciliari. Ma la sostanza è che lei ora è in carcere senza che ci sia una disposizione della magistratura”. E anche questo avviene – conclude – senza che il governo o la diplomazia facciano nulla”.

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