Il 20 maggio 2012 la terra tremò e uccise in Emilia Romagna !

Il 20 maggio 2012

 

Il 20 maggio del 2012 si registrò la scossa principale di magnitudo 5.9 alle ore 04:03 con epicentro circa 30 chilometri a ovest di Ferrara che causò 7 vittime. Nell’ora successiva sono stati registrati ben 11 eventi di magnitudo superiore a 4.0 e nel corso della giornata un totale di 16 terremoti di magnitudo compresa tra 4.0 e 5.0, con epicentri tra i comuni di Mirandola, San Felice sul Panaro e Finale Emilia.

 

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Rinasce chiesa Visitazione a Ferrara dopo terremoto del 2012

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foto terremoto Medolla, maggio 2012 – ©Getty

Il 29 maggio 2012

 

Il 29 maggio del 2012 alle ore 9 si verificò  un secondo evento con magnitudo 5.8 ed epicentro a 20 chilometri a ovest della prima scossa principale sempre nel modenese tra i comuni di Medolla e Cavezzo. La Pianura Padana è tra le aree a più alto rischio sismico in Europa, dicono gli esperti, per l’elevata vulnerabilità dei beni soprattutto dei siti produttivi di grande valore economico. Tra il 20 e il 29 maggio del 2012 ci furono oltre 300 scosse avvertite dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). La sequenza sismica si concluse alla fine di giugno 2012 quando si passò ad un’attività più ridotta da luglio a ottobre 2012.

 

 

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APPROFONDIMENTO

Infanzia: in Emilia-Romagna inglese dal nido per 13.900 bimbi

481890335 – ©Getty

I numeri della ricostruzione

A dieci anni dal terremoto l’Emilia Romagna è al 95 per cento con la ricostruzione. Dei quasi 6,5 miliardi di euro erogati alle famiglie e alle imprese delle aree colpite, sono già stati liquidati oltre 5 miliardi di euro. I numeri sono confortanti: 17.500 abitazioni rimesse in piedi e 27 mila le persone rientrate nelle proprie case ma anche 570 scuole ripristinate o ricostruite ex novo. 6.000 le piccole attività commerciali, artigiane e dei servizi rese di nuovi agibili, 3.500 aziende industriali e agricole ristrutturate e altre 1.550 imprese che hanno potuto mettere in sicurezza i propri stabilimenti o spazi di produzione in nome della prevenzione futura. E ancora: mille interventi nei centri storici per la riqualificazione o nuove aperture di botteghe, uffici, attività artigianali e professionali, e 330 chiese riaperte al culto. Nonostante tutto, c’è ancora molto da fare. “La ricostruzione va proseguita, ci sono opere da concludere” ribadisce Sergio Mattarella che definisce l’Emilia Romagna “una terra industriosa”.

 

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