Santuario del Noce
Santuario del Noce
Il Santuario del Noce a Camposanpiero è strettamente legato alla figura di Sant’Antonio, che vi soggiornò dal 19 maggio 1231 fino alla sua morte il 13 giugno dello stesso anno. Durante questo periodo, il Santo predicava spesso da una struttura costruita sui rami di un noce, fatta erigere dal conte Tiso VI. Sebbene ci sia la possibilità di una precedente struttura commemorativa, la costruzione di un vero santuario si deve al conte Gregorio Callegari da Camposampiero, che nel 1432 avviò la costruzione di un piccolo santuario nel contesto del restauro della chiesa di San Giovanni e del convento adiacente.
Circa venti o trent’anni dopo, probabilmente dopo la morte del noce, il santuario fu esteso verso nord e vi fu collocato un altare nel punto dove sorgeva l’albero. Il santuario fu consacrato il 23 maggio 1604 dal vescovo di Caorle Lodovico de Grigis. Nel 1865, la struttura venne ulteriormente ampliata con l’aggiunta di un’abside con funzione di sagrestia. Dopo il passaggio dell’area della chiesa di San Giovanni e del convento al comune di Camposampiero nel 1854, furono eseguiti ulteriori restauri nel 1864, inclusa la risistemazione del tetto e delle mura perimetrali.
L’ultimo intervento significativo fu realizzato dall’ingegner Augusto Zardo tra il 1901 e il 1902, con l’aggiunta di un protiro, piccole guglie, una torretta con la statua di Sant’Antonio e la decorazione con archetti pensili. Venne anche demolita l’abside originaria, che presentava problemi strutturali, e ne fu costruita una nuova a forma semiottagonale. Oggi, il santuario si trova alla fine di un lungo viale alberato di noci e tigli, che parte dal Santuario della Visione.
Il Prodigio del Frumento Calpestato
Una delle storie più note legate a Sant’Antonio a Camposampiero è il prodigio del frumento calpestato. Durante le sue prediche presso il noce, molti abitanti accorrevano a sentirlo, calpestando le spighe di frumento pronte per la raccolta. Un contadino, vedendo i danni, si lamentò con il Santo, il quale lo pregò di avere fede e di tornare il giorno seguente. Il contadino trovò il frumento intatto il giorno dopo, un miracolo attribuito all’intercessione di Sant’Antonio.
All’interno del Santuario del Noce, questo episodio è raffigurato in uno degli affreschi della prima campata, sulla parete sinistra. Il riquadro mostra il Santo mentre predica dal noce, con i fedeli che calpestano i campi di grano in secondo piano. L’affresco è accompagnato dalle parole latine:
«DUM SACRUM HIC SERITUR SEMEN QUAE SATA PER AGROS CALCANTUR PEDIBUS: MOX MAGIS AUCTA VIGENT»
che tradotte significano:
«Qui, mentre viene seminata la sacra Semente, le messi calpestate dai piedi risorgono più vigorose.»
Esterno
La facciata del santuario è semplice, con mattoni a vista, due finestrelle ad arco e due pilastri agli angoli. Il portale è protetto da un protiro con colonne a capitelli arabescati e sovrastato da una lunetta con un affresco del 1500, probabilmente attribuito a Girolamo Tessari, raffigurante la Vergine Maria con il Bambino Gesù tra San Girolamo e Sant’Antonio. Il portone d’ingresso presenta l’emblema della Croce antoniana e lo stemma dell’Ordine Francescano.
Interno
L’interno del santuario è diviso in tre parti: l’abside, la seconda campata e la prima campata. La prima campata è dedicata alla preghiera dei fedeli, mentre i frati predicano la messa nel presbiterio. L’abside è destinata al coro delle monache clarisse. La zona dei fedeli è coperta da una volta a crociera, mentre l’altare e l’abside da volte a raggiera. Numerosi affreschi di Girolamo del Santo decorano l’interno, e una croce costruita con il legno del noce da cui Sant’Antonio predicava è conservata come reliquia.