Di Lorenzo divenuto il capo espiatorio dei problemi,andava tutelato:magari Conte…

Di Angelo Tortora 

 

“Non attacchiamo Di Lorenzo prima di conoscere la verità”. Così scrive l’edizione odierna de Il Roma: “È troppo facile attaccare Giovanni Di Lorenzo senza conoscere la verità. È stato preso di mira il capitano azzurro per aver deciso di andare via dal Napoli. Uno che ha dato così tanto alla causa azzurra non può impazzire improvvisamente e mandare tutti a quel paese. Non è nelle corde del ragazzo girare le spalle e scappare altrove. Magari alla Juventus. Qualcosa sarà successo prima che Conte diventasse l’allenatore dei partenopei. Se il tecnico salentino fosse arrivato prima, sicuramente il difensore non si sarebbe rizelato così tanto per il trattamento che gli è stato riservato. Giovanni sa benissimo di non aver fatto grandi cose come nelle stagioni precedenti. Non è così stupido da pensare che tutti gli altri hanno fatto male e lui, invece, si è salvato. Ma proprio in virtù dei quattro anni giocati ad alti livelli prima dell’ultimo andava tutelato. Ed, invece, pare che sia diventato il capro espiatorio del fallimento. Il maggior colpevole di un disastro impensabile all’inizio della scorsa estate. Qualcosa di grave gli è stato detto.

Pare che Manna sia andato da lui per comunicargli che poteva tranquillamente trovarsi un’altra squadra. Un pugno nello stomaco per il toscano che non era preparato a questo attacco. Naturalmente è dovuto scendere in campo il suo procuratore. Che ha messo le carte in tavola e ha comunicato la volontà del suo assistito con insistenza. Quando Conte è diventato ufficialmente il tecnico del Napoli ha preso in mano la situazione incontrando Mario Giuffredi. Che ha spiegato al leccese il perché della decisione del calciatore. Che al momento pare che non voglia tornare sui suoi passi. Quando è stato interpellato sull’argomento ha evitato di sbilanciarsi con grande signorilità. Si sarebbe potuto sfogare tranquillamente ed, invece, è rimasto concentrato sugli Europei rimandando tutto al termine di questa competizione. Poi magari incontrando Conte si convincerà e resterà in azzurro. Ma se lo farà dovrà essere sostenuto e non contestato dalla piazza. Altrimenti veramente nella vita non esiste la riconoscenza.

 

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