Oggi è San Bartolomeo
San Bartolomeo
Benevento, Avezzano, Formigine, Brugherio, San Giuliano Terme, Borgomanero, Casalgrande, Pavullo nel Frignano, Casalpusterlengo, Vinovo >>> altri comuni
calzolai, dei conciatori, cuoiai, fabbricanti di guanti, legatori di libri, macellai, pellicciai, sarti
Insieme con gli altri Apostoli, predicò il Vangelo nella Giudea, operando miracoli e cacciando i demoni dagli ossessi. Nel giorno di Pentecoste ricevette egli pure la pienezza dello Spirito Santo, dopo di che annunziò intrepidamente il S. Vangelo agli Ebrei e soffrì come gli altri Apostoli obbrobri e battiture per amore di Gesù Cristo.
Rigettato dai Giudei, S. Bartolomeo si portò prima nella Libia, poi nell’Arabia, nelle Indie Orientali e nell’Armenia Maggiore. La sua parola, congiunta ad una vita mortificata e allo spirito di preghiera, operò un bene immenso.
Celebre è specialmente la conversione del re Polimio e della regina sua consorte.
Però tanto zelo eccitò la gelosia e il furore degli idolatri, i quali, spinti da odio diabolico, tramarono contro di lui. Per meglio riuscire nel sacrilego intento, attirarono dalla loro parte il fratello del re, Astiage, che incatenato il santo Apostolo lo condannò ad essere scorticato vivo.
Mentre essi compivano quest’opera, San Bartolomeo scongiurava il Signore perchè volesse perdonare ai suoi carnefici. I manigoldi, dopo avergli tolta la pelle, lo decapitarono.
Il corpo del santo Apostolo venne seppellito in Albanopoli, ove restò fino a quando l’imperatore Ottone II lo fece trasportare a Roma.
Gli fu edificata una chiesa nell’Isola Tiberina e il suo corpo si trova sotto l’altar maggiore, in un sarcofago di porfido.
PRATICA. Tutte le avversità, quando si mettono a confronto dei premi eterni che per esse ci saranno resi, non sono che ragnatele, ombra e fumo (S. Giovanni Crisostomo).
PREGHIERA. O Dio onnipotente ed eterno, che in questo giorno ci concedi di celebrare la festa del tuo beato Apostolo Bartolomeo e per questo ci riempi di santa gioia, deh! da’ alla tua Chiesa d’amare ciò che egli credette e di praticare ciò che insegnò.
MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Bartolomeo Apostolo, comunemente identificato con Natanaele. Nato a Cana di Galilea, fu condotto da Filippo a Cristo Gesù presso il Giordano e il Signore lo chiamò poi a seguirlo, aggregandolo ai Dodici. Dopo l’Ascensione del Signore si tramanda che abbia predicato il Vangelo del Signore in India, dove sarebbe stato coronato dal martirio.
ICONOGRAFIA
Nell’iconografia san Bartolomeo viene spesso raffigurato come un uomo che porta sulle spalle la propria pelle come fosse un mantello e stringe in mano il coltello, simbolo del suo martirio. Un classico esempio lo troviamo nella magnifica Cappella Sistina di Michelangelo dove l’apostolo regge con la mano sinistra la sua pelle.
autore MIchelangelo anno tra il 1536 e il 1541
L’atroce supplizio di Bartolomeo, scorticato vivo come viene tramandato da alcune fonti apocrife, sollecitò particolarmente la fantasia di molti artisti tra cui Andrea Vaccaro pittore napoletano vissuto nel XVII secolo o come la bellissima tela di Jusepe de Ribera.
autore Andrea Vaccaro anno XVII sec
autore Jusepe de Ribera anno 1616-18
Tra le sculture di rilievo dedicate al santo vi è certamente la statua di “San Bartolomeo scorticato” una delle sculture più visitate del Duomo di Milano. Quest’opera fu eseguita dall’artista Marco d’Agrate nel 1562 per la Veneranda Fabbrica del Duomo. La statua si colloca attualmente fra l’altare della Presentazione e quello di sant’Agnese, poggiata su di un alto piedistallo.
L’opera di Marco d’Agrate non affronta l’introspezione psicologica, né la testimonianza di profonda fede espressa dal martirio di Bartolomeo, ma si inserisce in un filone d’interesse cinquecentesco: lo studio dell’anatomia umana e la rappresentazione. La statua si rivela infatti come un’esercitazione, un’attenta descrizione ed un virtuoso saggio accademico della muscolatura e della struttura del corpo umano.
Ai piedi della statua, una breve incisione riporta: “Non me Praxiteles, sed Marcus finxit Agrates”, in riferimento al “timore” dello scultore che presumeva che l’opera potesse essere attribuita per stile e maestria a Prassitele, uno dei più abili e famosi scultori ateniesi della Grecia Antica.
autore Marco D’Agrate anno 1562
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