Don Giovanni conquista il Mercadante

Alla fine gli applausi convinti del pubblico presente alla prima del Don Giovanni ieri sera al Mercadante sono stati la degna conclusione di uno spettacolo impegnativo. Applausi convinti, senza eccessi, con il pubblico che è rimasto nella sala fino all’ultimo saluto da parte degli attori. Un lavoro impegnativo che ha tenuto sul palco per quasi un’ora e 45 minuti i sei attori guidati da un instancabile Arturo Cirillo, che ha tenuto la scena praticamente per tutto il tempo.

La storia è tratta dalla commedia di Moliere, anche se dei 5 atti originali, il lavoro è stato condensato in un solo atto, con una scenografia che nella sua essenzialità è stata praticamente sempre la stessa, sia pure con qualche movimento di tanto in tanto. Nulla a che vedere con l’originale di Moliere, del resto una commedia scritta quasi 4 secoli fa ben difficilmente potrebbe essere riproposta oggi, laddove i ritmi serrati della vita impongono lavori teatrali di un tempo ridotto.

La storia la conoscono tutti, è basata sulla dissolutezza di don Giovanni, preso dalle conquiste femminili, incurante del giudizio di Dio. Quest’opera di Molière suscitò un grande scandalo negli ambienti ecclesiastici, per i quali il Don Giovanni costituiva un’inaccettabile apologia del libertinismo. A ciò si aggiungeva la presenza di un personaggio come Sganarello che appariva come un personaggio superstizioso oltre che irriverente, in particolare per la sua battuta finale in cui egli, di fronte al castigo del padrone non fa altro che reclamare la sua paga.

Oggi il lavoro sarebbe stato accolto in modo diverso. Il senso di religiosità è molto cambiato, personaggi come don Giovanni sarebbe giudicati in modo molto diverso. Questa è una delle maggiori difficoltà che presenta una rappresentazione del genere, che vista oggi appare quasi un lavoro comico, vista la troppa attenzione dedicata all’aldilà.

Detto questo cosa dire del lavoro degli attori? Arturo Cirillo e Giacomo Vigantini, don Giovanni ed il suo servitore Sganarello, sono stati molto bravi a tenere la scena praticamente per tutto il tempo. Si vede bene Cirillo, che ha curato anche l’adattamento e la regia ha cucito per se stesso un ruolo nel quale si è calato alla perfezione.  Giulia Trippetta  è stata una donna Elvira credibile, per quanto anche il suo ruolo oggi appare superato. Bravi anche gli altri Francesco Petruzzelli Rosario Giglio ed Irene Ciani che hanno interpretato più personaggi.

Un lavoro che merita di essere visto, anche se dell’opera di Moliere resta poco. Ma a distanza di quasi 4 secoli (venne rappresentata per la prima volta a Palais-Royal il 15 febbraio 1665, dalla Troupe de Monsieur, frère unique du Roi (il fratello del re Luigi XIV) era inevitabile rivedere tempi e contenuti.

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