Oggi nasceva Beato Bartolomeo Maria Dal Monte
Beato Bartolomeo Maria Dal Monte
27 settembre 1997, Bologna, papa Giovanni Paolo II
Suo padre cercò di introdurlo nel mondo bancario affidandogli inizialmente dei compiti di routine, ma un amico lo presentò a un parroco devoto, Alessandro Zani, che aveva fondato una congregazione che si prendeva cura dei giovani poveri e malati, e che ebbe una notevole influenza spirituale sulla vita di Bartolomeo. I primi scritti, in forma di diario, mostrano un giovanotto in qualche modo ossessionato dall’autocontrollo, che dedica molte ore alla preghiera, con una devozione profonda all’eucarestia e alla S. Vergine (aspetti più tipici della vita di un religioso piuttosto che di un giovane laico ricco). Nel 1743 udì un’omelia del “riformato” francescano Leonardo di Porto Maurizio (26 nov.) e si convinse di dover diventare sacerdote missionario. Fu ordinato sacerdote il 20 dicembre 1749, all’età di ventitré anni, e continuò a studiare per conseguire il dottorato in teologia, che riuscì a ottenere in un anno. Restò un tenace studioso per il resto della sua vita, lasciando una biblioteca di più di duemila volumi con opere che vanno dai Padri della Chiesa a quelli degli studiosi medievali e ai predicatori moderni come Bossuet.
Nel 1752 suo padre morì. Bartolomeo ereditò una consistente somma di denaro, ma non volle occuparsi degli affari della banca di famiglia. Comprò una casa, che sarebbe diventata la sede del suo istituto, la Pia Opera delle Missioni, e cominciò a predicare in varie parrocchie di Bologna, allo stesso tempo recandosi a Milano, Roma, dovunque potesse ascoltare i migliori predicatori di quel tempo, in modo da prendere esempio e migliorare nello stile e nei contenuti. Durante i successivi dieci anni la sua attività si diffuse e la sua reputazione crebbe anche oltre la diocesi di Bologna. Predicò nelle grandi città, inclusa Roma nel 1758, e in zone rurali dove, come in altri paesi europei, la popolazione cristiana locale aveva solo una vaga idea del significato della fede che apparentemente professava. Nel 1763 svolse il ministero francescano ad Assisi, confermando l’ispirazione ricevuta da Leonardo di Porto Maurizio.
Nel 1768, invitato dal cardinale Migazzi, che aveva sentito parlare di lui a Roma, si recò a Vienna per predicare a una grande comunità italiana stabilitasi nella capitale dell’impero degli Asburgo. Non si dimostrò un’esperienza positiva e felice, in quanto dopo un tremendo viaggio attraverso le Alpi, d’inverno, scivolò su una strada ghiacciata fratturandosi varie ossa del piede sinistro. Non riuscì a pronunciare le omelie della Quaresima e poté tornare a Bologna solo dopo tre mesi. Dopo la Pentecoste ritornò a predicare e tenere corsi di esercizi spirituali al clero di svariate diocesi.
Fra gli anni 1769 e 1774 le sue attività si ampliarono. Oltre a svolgere il ministero della predicazione, fu anche chiamato da vescovi, cardinali e da papa Clemente XIV (1769-1774), per risolvere casi di abuso clericale, dispute ecclesiastiche e anche civili. La sua missione si estese in Lombardia nel 1771, e nel 1774 fu chiamato a Roma per predicare in preparazione del giubileo del 1775. Qui pronunciò omelie che duravano più di un’ora, per molte volte al giorno, e spesso dovette concluderle prima del previsto, per le forti proteste del pubblico che lo spingeva a recitare la confessione generale. A Roma chiese di unirsi alle missioni d’oltremare per raggiungere le Indie, ma gli fu gentilmente risposto dal De Propaganda Fide che la sua età (aveva quasi cinquant’anni) era troppo avanzata, e che le sue attività in Italia erano troppo importanti per consentirgli di assentarsi, perciò svolse i suoi incarichi per altri quattro anni.
Fu un esponente importante della tecnica missionaria popolare dei gesuiti e di altri ordini più recenti, studiata per migliorare le norme di evangelizzazione previste dal Concilio di Trento, e con ciò risvegliare il popolo, principalmente rurale, dall’ignoranza e dall’apatia religiosa. Predominavano i Novissimi, ovvero i quattro atti finali (morte, giudizio, inferno e paradiso), seguiti dalla catechesi di bambini e adulti, per giungere infine alla confessione e comunione generale. Le missioni venivano preparate con largo anticipo; le giornate erano suddivise fra predicazione, catechismo e processioni. I religiosi utilizzavano sussidi teatrali a vari livelli, attirando il popolo con varie rappresentazioni della morte dei peccatori e delle conseguenze del peccato, con il triplice scopo di convincere, stimolare la volontà e convertire le anime. Riuscirono a ottenere un appoggio totale, con notevoli risultati a lungo termine.
Bartolomeo rimase molto turbato dalla soppressione dei gesuiti avvenuta in vari paesi nel 1769: da loro aveva ricevuto la sua educazione, nei suoi corsi ecclesiastici sfruttava gli Esercizi Spirituali e aveva molti amici gesuiti. Bologna offrì ospitalità a molti gesuiti, la maggior parte provenienti dalla Spagna e dal Messico, che portarono il culto della B. Vergine Maria di Guadalupe (12 dic.), e Bartolomeo, già gravemente malato, accondiscese a predicare per loro nel giorno della sua commemorazione, nel 1778.
Dodici giorni dopo morì, e il 28 dicembre fu seppellito nella chiesa di San Michele a Bologna con una cerimonia privata, per evitare che la folla, alla ricerca di reliquie, facesse a pezzi il suo corpo. Durante l’occupazione napoleonica dell’Italia molte chiese, inclusa quella di San Michele, furono sconsacrate e il 23 agosto 1808 le sue reliquie furono segretamente traslate nella basilica di San Petronio.
È stato beatificato da papa Giovanni Paolo II a Bologna il 27 settembre 1997; le sue attività e i suoi risultati offrono un modello italiano pari a quello del suo quasi contemporaneo francese, S. Giovanni Francesco Régis (31 dic.).
Bartolomeo lasciò un certo numero di opere in cui definisce le norme per le missioni e le guide generali per la loro giusta conduzione; il suo messaggio principale fu “Gesù è il cuore del sacerdote”. Rese anche un contributo pratico al movimento missionario con la fondazione della Pia Opera delle Missioni.
L’appartenenza a tale istituto era riservata al clero diocesano di Bologna; esso era governato da un direttore, il cui compito principale era quello di pianificare le missioni nella diocesi di Bologna in modo che ogni parrocchia ne ricevesse una ogni cinque anni. I membri erano poi tenuti a tramandare le istruzioni ricevute alle altre diocesi e ad altri stati, “soprattutto ai più bisognosi”.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Bologna, beato Bartolomeo Maria Dal Monte, sacerdote, che in molte regioni d’Italia predicò al popolo cristiano e al clero la parola di Dio e con tale finalità istituì la Pia Opera delle Missioni