Basilica della Natività
Basilica della Natività
Inserita dal 2012 nella lista dell’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità, la Basilica della Natività, a Betlemme, è tra le chiese più importanti per i cristiani in quanto pare sia stata costruita sul luogo esatto in cui è nato Gesù Cristo.
Per questo motivo è una delle mete principali di pellegrinaggio per chi si reca in Terra Santa, oltre che per la sua bellezza e l’arte che raccoglie.
STORIA
Lunga circa 54 metri e larga 26, la chiesa, come detto, è stata costruita per ordine dell’imperatore Costantino sulla famosa grotta che vide i natali del Cristo ed è stata consacrata presumibilmente nel 339 d.c.
Ma fu saccheggiata e distrutta e in seguito ricostruita, più grande, dall’imperatore Giustiniano; da allora è uscita indenne dalle numerose invasioni che hanno caratterizzato la zona. Si dice che durante la distruzione di chiese e monasteri ad opera dei persiani nel 614, questa fu lasciata in piedi poiché al suo interno vi era un mosaico che rappresenta i Magi vestiti secondo i loro costumi.
ESTERNO
Vista da fuori più che una chiesa si ha l’impressione di trovarsi davanti ad una fortezza medievale, con grossi muri e contrafforti; il cortile lastricato conduce all’insolito e particolare ingresso.

Una volta infatti le porte erano tre, ma ora per accedere agli interni ne è rimasta una sola che è stata nel tempo rimpicciolita per evitare l’ingresso a cavallo in un luogo sacro.
Osservandola attentamente si può scorgere la grande porta iniziale di età bizantina, con architrave orizzontale e pietre disposte in diagonale; con i crociati ecco che è stata ridotta, è visibile infatti il resto dell’arco a sesto acuto nella muratura. In epoca ottomana è diventata quella attuale: alta circa un metro e mezzo, la Porta dell’umiltà può essere varcata in posizione china, quasi a sottolineare la solennità del luogo.
INTERNO
La basilica è a croce latina con 5 navate e quattro file di colonne di colore rosato i cui capitelli corinzi erano dipinti di colore azzurro; su di esse sono rappresentate immagini di santi orientali e occidentali, religiosi e laici, e ognuno di essi reca il proprio nome scritto in un cartiglio in alto o tra le mani.

Il pavimento era completamente ricoperto di mosaici, come si può evincere in alcuni punti dove è ancora possibile ammirarli. Ad esempio a sinistra del presbiterio, dove sollevando una botola in legno troviamo il monogramma ΙΧΘΥΣ, dal greco pesce, che gli antichi utilizzavano per indicare il nome di Cristo, come acronimo delle parole Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore.
Alle pareti della navata centrale i meravigliosi mosaici sono divisi in tre diversi registri che partendo dal basso rappresentano la genealogia di Gesù, i concili e i sinodi locali e in alto una processione di angeli.
Continuando a percorrere le navate troviamo i transetti che conservano la pavimentazione originale in marmo e alle pareti ancora mosaici che rappresentano scene evangeliche.
Tutto ciò che viene offerto alla vista è ricco di storia, ma il centro di questa chiesa è certamente costituito dalla Grotta della Natività, posta sotto il coro.
LA GROTTA
Nella parte orientale dell’edificio troviamo ai lati del coro due scale che portano nella Grotta; qui un piccolo altare di marmo protegge il punto esatto in cui è nato Gesù, indicato da una stella d’argento a 14 punte incastonata nel marmo e l’iscrizione Hic de Virgine Maria Iesus Christus natus est, Qui dalla Vergine Maria è nato Gesù Cristo. La stella è illuminata da quindici lampade anch’esse d’argento che rappresentano le diverse comunità cristiane, che si aggiungono alle 53 lampade che illuminano tutto l’ambiente.

Sopra l’altare un’altra iscrizione , Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus, Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini e le immagini rappresentanti la Vergine con il Bambino in fasce, la scena del lavacro e quella della venuta dei pastori.
L’ambiente è piccolo, circa 12 metri per 3, ma l’aria di misticismo che si respira non ha eguali in nessun altro luogo. A destra dell’altare, tre gradini più in basso troviamo anche l’altare della Mangiatoia, detto Del Presepio, a indicare quello che secondo la tradizione è il luogo in cui il Neonato venne deposto e di fronte quello dei Re Magi, nel punto in cui essi si sarebbero prostrati per offrire i loro doni, dove troviamo un mosaico raffigurante l’Epifania.
Questo luogo è una tappa fondamentale per tutti i cristiani che non possono che rimanere affascinati e commossi al cospetto del posto che ha dato i natali al Figlio di Dio.