Oggi veniva canonizzato : Sant’Omobono Tucenghi
Sant’Omobono Tucenghi
Cremona, San Martino dall’Argine, San Daniele Po, Gerre de’ Caprioli, Cella Dati, Sant’Omobono Terme
13 gennaio 1199, Roma, papa Innocenzo III
Conosciuto in tutta Cremona per la sua generosità, Omobono era straordinariamente disponibile: faceva visita al popolo in casa, in particolare ai poveri e, facendo il possibile per soddisfare le loro necessità concrete, li incoraggiava a condurre una vita irreprensibile. A cinquant’anni circa, decise di abbandonare il commercio e dedicarsi totalmente alla carità; i concittadini notarono soprattutto la sua infinità generosità, oltre alla devozione che ovviamente fu il fondamento della sua attività.
D’altro canto, non sembra sia appartenuto a nessuno dei gruppi cristiani laici estremisti, come per esempio gli Humiliati, che si formarono in quel periodo; aveva l’abitudine di partecipare alla Messa ogni sera, nella chiesa di S. Egidio, dove morì, il 13 novembre 1197. Stava cantando il Gloria, quando incrociò le braccia sul petto e cadde in terra; all’inizio nessuno lo notò pensando a una forma di devozione, ma quando non si alzò al momento della lettura del Vangelo, si avvicinarono e scoprirono che era morto. I concittadini lo venerarono subito come santo, e Siccardo, vescovo di Cremona, che si recò personalmente a Roma per presentare la causa di canonizzazione, scrisse nella sua cronaca: «A quel tempo, a Cremona, viveva un uomo semplice, molto fedele e devoto, che si chiamava Omobono; alla sua morte, e con la sua intercessione, Dio fece molti miracoli».
Papa Innocenzo III (1198-1216), pienamente soddisfatto dell’inchiesta ufficiale sulla vita e i miracoli, canonizzò Omobono dopo soli due anni, nel 1199.
Patrono dei sarti e dei tessitori, il culto si sviluppò rapidamente non solo in Italia, ma anche in Germania (dove diventò noto come “Gutman”), oltre che in Francia. Esistono alcune chiese in suo onore a Roma, in Italia settentrionale, in Germania meridionale, in Spagna e in Belgio.
Omobono rappresenta una rarità, per due motivi: primo, fu canonizzato pur essendo laico, canonico e uomo di famiglia allo stesso tempo, in un periodo in cui, a parte i martiri e i re, i candidati alla canonizzazione erano religiosi professi; in secondo luogo, il culto fu riconosciuto, non solo localmente, ma anche a Roma. Non c’è nulla di straordinario nella sua vita, simile a quella della maggior parte delle persone del tempo, e di qualsiasi epoca, ma che illustra molto chiaramente i problemi di coscienza che doveva affrontare il popolo nel guadagnarsi da vivere e provvedere alle proprie famiglie, tentando allo stesso tempo di seguire l’ideale cristiano. La cosa più rimarchevole fu la dedizione con cui condusse la sua vita.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Cremona, sant’Omobono, che, negoziante, mosso da carità per i poveri, rifulse nel raccogliere ed educare i ragazzi abbandonati e nel riportare la pace nelle famiglie.