Oggi veniva beatificato :Beata Giuseppina Nicoli
Beata Giuseppina Nicoli
3 febbraio 2008, Cagliari, papa Benedetto XVI
Nel 1883 entrò a far parte della Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de ‘Paoli, a Torino. Nel 1885 fu trasferita in Sardegna, dove insegnò al “Conservatorio della Provvidenza” di Cagliari. L’esperienza educativa tra le ragazze povere la segnò in modo speciale. Nel 1886 scoppiò una pestilenza in città e la nostra Beata, nelle sue ore libere, insieme ad altri colleghi del conservatorio, creò le “cucine economiche” al servizio dei ragazzi abbandonati della città, dove si insegnava anche il catechismo. In seguito organizzò questi ragazzi in un’associazione chiamata i “Luigini”, incoraggiandoli a vivere in un atteggiamento di aiuto fraterno ed educandoli a una sana socialità che, per molti di loro, portò a cambiare vita.
Nel 1889 fu trasferita all’orfanotrofio Sassari. Lì sviluppò anche un ampio progetto apostolico, organizzando varie istituzioni sempre orientate al servizio dei più poveri. Creato la “Scuola di religione” per giovani universitari. Dovette subire la massoneria che cercò di indebolire la presenza dei cattolici in città.
Dopo un soggiorno a Torino, dove era Direttrice della casa di formazione, tornò, nel 1914, a Cagliari per guarire dalla tubercolosi. Una serie di incomprensioni e false testimonianze da parte dell’amministrazione dell’orfanotrofio costrinsero i superiori a trasferirli nuovamente. Suor Giuseppina accettò silenziosamente la più grande umiliazione che le si potesse fare: la dichiarazione di non essere in grado di gestire l’orfanotrofio. Di fronte a questa situazione, si ripeteva: “Giuseppina, questo ti fa molto bene. Impara ad essere umile ”. La Provvidenza la condusse nell’ultima tappa della sua vita all’Asilo de la Marina, a Cagliari.
Fondò la prima sezione in Italia della “Piccola opera di Luisa de Marillac”. Formò anche un gruppo per l’Azione Cattolica per le donne. Dedicò gran parte delle sue iniziative apostoliche ai “figli del canestro”. Era un folto gruppo che si aggirava per la città, soprattutto nelle vicinanze del mercato cittadino, portando una cesta; e si guadagnavano da vivere trasportando bagagli dalla stazione al porto.
La carità era la normalità nella sua vita. Nell’ultimo anno della sua vita, fu nuovamente calunniata da un funzionario dell’asilo, rimase in silenzio e la testimonianza della sua vita portò l’ufficiale diffamatorio sul letto di morte per chiederle perdono, come fece lei. Morì a Cagliari di broncopolmonite. È stata beatificata da Benedetto XVI il 3 febbraio 2008.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Cagliari Beata Giuseppina Nicoli religiosa italiana, della Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli