Oggi è Annunciazione del Signore

Annunciazione del Signore


Annunciazione del Signore

autore: Luca Giordano anno: tra il 1672 e il 167 titolo: Annunciazione luogo: New York, Metropolitan Museum of Art
Nome: Annunciazione del Signore
Titolo: L’annuncio del concepimento verginale
Altri nomi: Annunciazione della beata Vergine Maria, Maria Santissima Annunziata
Ricorrenza: 25 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità

Il mistero che la Santa Chiesa celebra oggi è l’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria: Ella era stata scelta dal Signore fra tutte le donne per essere la Madre di Dio, e in quel momento avvenne l’Incarnazione del Verbo nel suo seno purissimo.

Anticamente la festa odierna era designata anche con i nomi di «Concezione di Cristo» e «Annunciazione del Signore». Ciò dimostra che, inizialmente, veniva celebrata più come festa del Signore che della Madonna; solo con il passare del tempo assunse un carattere mariano più spiccato. Oggi è considerata quasi esclusivamente come una festa della Santissima Vergine.

«Questo giorno», scrive il Guéranger«è grande negli annali dell’umanità; è grande agli occhi medesimi di Dio, perché celebra l’anniversario del più grande avvenimento che siasi compiuto nel tempo. Quest’oggi il Verbo divino, per mezzo del quale il Padre ha creato tutte le cose, s’è fatto carne nel seno d’una Vergine ed ha abitato in mezzo a noi».

Questo mistero era già stato preannunciato fin dal Paradiso Terrestre, poi ripetuto più esplicitamente dai Profeti. Isaia, quale segno della Redenzione, dice all’empio Acaz:

«Ecco, una Vergine concepirà e partorirà un figlio ed Emmanuele sarà il suo Nome».

Più avanti aggiunge:

«Dalla radice di Jesse germinerà una verga e un fiore spunterà da essa».

Giunta la pienezza dei tempi, il tempo accettevole e propizio della Redenzione, mentre la purissima Vergine di Nazaret innalza le sue più ferventi preghiere per accelerare la venuta del Messia, le appare uno dei più fulgidi Arcangeli del Paradiso, Gabriele, e con sommo rispetto e devozione la saluta:

«Ave, piena di grazia, il Signore è teco, benedetta tu fra le donne».

Udendo queste parole, Maria si turba e pensa a quale possa essere il significato di un tale saluto. L’Angelo, per rassicurarla, le dice:

«Non temere, Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio; ecco, concepirai nel seno e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà fine».

Maria, che ha già consacrato la sua verginità a Dio, non comprendendo come ciò possa avvenire, domanda all’Angelo:

«Come avverrà questo, se io non conosco uomo?»

Rispondendo, l’Angelo le dice:

«Lo Spirito Santo verrà su di te e la virtù dell’Altissimo ti adombrerà. Per questo, colui che nascerà da te sarà santo e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo… poiché nulla è impossibile a Dio».

E Maria risponde con le parole che segnano il momento decisivo della storia della salvezza:

«Ecco la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola».

E l’Angelo si allontana da lei.

In quel preciso istante, il Figlio di Dio discese in Maria, prese carne e, pur rimanendo vero Dio, cominciò ad essere anche vero uomo, destinato un giorno a patire e morire per salvarci, riaprendoci le porte del Paradiso e meritandoci le grazie necessarie per compiere il bene.

Come ogni data relativa agli eventi dell’infanzia di Gesù, anche quella del 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, fu stabilita in riferimento alla data del Natale. Se coincide con una domenica di Quaresima o con altre solennità del Tempo Pasquale, viene rinviata.

PRATICA. Credere sempre più nei privilegi mariani, particolarmente in quelli che formano l’aureola più fulgida di Maria, la sua perpetua Verginità e la divina Maternità.

PREGHIERA. Dio, che hai voluto che il tuo Verbo all’annuncio dell’Angelo prendesse carne nel seno della Beata Vergine Maria, concedi a noi tuoi devoti che mentre la crediamo veramente Madre di Dio, siamo aiutati dalla sua intercessione presso di te.

MARTIROLOGIO ROMANO. Annunciazione della beatissima Vergine Maria, Madre di Dio.

PROVERBIO. Per l’Annunziata la rondine è ritornata.

ICONOGRAFIA

Il tema dell’Annunciazione Mariana è stato molto sfruttato nella Storia dell’Arte; tante sono infatti le rappresentazioni che possiamo oggi ammirare e che risalgono a diverse epoche e stili.
Ma gli elementi presenti in ognuna di esse e comuni ad ognuna sono la figura di Maria e quella dell’Angelo, affiancati talvolta alla Colomba, ovvero lo Spirito Santo.

LE DIVERSE OPERE

La prima rappresentazione di questo momento tanto importante riportato nei vangeli risale al III secolo ed è un affresco in una catacomba romana che vede la donna seduta e l’angelo dinanzi a lei.

Nell’iconografia che è seguita negli anni la seduta è diventata via via un trono, uno scranno o un baldacchino; quest’ultimo nell’arte bizantina del Medioevo ha di fatto inserito, con la sua maestosità, Maria in una dimensione divina.

Dal VI secolo poi spesso è rappresentata in piedi a parlare con il messaggero divino in segno di rispetto per averne saggiamente compreso l’importanza.

Allo stesso tempo la raffigurazione di una tenda in molte opere ha un significato non solo decorativo ma può essere di rivelazione, nei templi le immagini sacre erano infatti celate da un drappo fino alla rivelazione ai fedeli. O anche può sottolineare l’autorità di Maria richiamando l’iconografia imperiale romana in cui i drappi erano posti alle spalle dei sovrani.

Persino la posizione delle mani della Madonna assume un significato diverso. Al mento come segno di riflessione, con il palmo verso l’esterno a suggerire un’iniziale riserva, con il dorso sul petto a indicare il suo consenso o la sua fiduciosa accoglienza.

Annunciazione

titolo Annunciazione
autore Beato Angelico anno 1435

L’ANGELO

L’angelo Gabriele, raffigurato in piedi o in ginocchio, reca spesso tra le mani un giglio, emblema di purezza e simbolo per eccellenza della maternità virginale della Madonna come nell’olio su tela di Tiziano risalente al 1535, o uno scettro, simbolo del bastone di comando che Dio, imperatore celeste, affida al suo speciale ambasciatore.

Annunciazione

titolo Annunciazione
autore Tiziano Vecellio anno 1539
Annunciazione

titolo Annunciazione
autore Leonardo Da Vinci anno tra il 1472 e il 1475

In alcune opere l’angelo Gabriele non è da solo, ma in compagnia di altri angeli, soprattutto dalla seconda metà del 1500. Saltuariamente si aggiungono la figura di Dio che osserva dall’alto, la quale assieme alla colomba, quindi allo Spirito Santo, sta a sottolineare l’intervento della Trinità nel momento del concepimento.

Ne vediamo un bellissimo esempio nell’Annunciazione del Pinturicchio, del 1500, che racchiude tutti i simboli ripresi dagli altri artisti, compreso un piccolo Gesù Bambino che plana verso il grembo materno.

Annunciazione

titolo Annunciazione
autore Pinturicchio anno 1500

IL LEGGIO

Altro elemento che si aggiunge all’iconografia dell’Annunciazione è il leggio, o comunque un libro, per riprendere il racconto dei Vangeli che vuole Maria intenta a leggere il salterio, ovvero il libro dei Salmi, nel momento in cui riceve il messaggero. Questo elemento viene introdotto sotto l’influsso della spiritualità francescana che sottolinea la pietà di Maria piuttosto che la sua regalità ed è un riferimento alla sua preghiera e al raccoglimento preparatori alla venuta di Dio.

Annunciata

titolo Annunciata
autore Antonello da Messina, anno 1475

LA COLOMBA

Infine ecco la colomba che rappresenta come detto lo Spirito Santo, raffigurata soprattutto, dal XII secolo, mentre si dirige verso Maria attraverso un raggio di luce. Questa figura la troviamo nella Bibbia solo nel racconto del Battesimo di Cristo, ma dal Concilio di Nicea sarà riconosciuta come rappresentazione valida dello Spirito Santo.

Annunciazione

titolo Annunciazione
autore Nicolas Poussin anno 1653
Annunciazione

titolo Annunciazione
autore Jan van Eyck anno 1425-1430

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