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Santo Stefano Harding
Stefano Harding nacque nel 1059, da una nobile famiglia sassone dal nome Harding, a Merriot, nei dintorni di Sherborne, nell’Inghilterra Meridionale.
Viaggiò molto e fin dalla più tenera età fu attratto dalla vita monastica, prendendo i voti nell’abbazia benedettina di Sherborne.
Dopo l’invasione normanna lasciò la vita monastica e si trasferì in Scozia, divenendo uno studioso itinerante. Si stabilì infine nell’abbazia di Molesme in Borgogna, sotto l’abate San Roberto di Molesme.
Stefano Harding fu una delle figure più significative dei primi decenni della storia cistercense. Viaggiò in Francia, a Parigi, per completare gli studi, e a Roma in un pellegrinaggio penitenziale accompagnato da un giovane chierico, prima di rientrare nella vita monastica a Molesme. In seguito, partì con i fondatori del Nuovo Monastero di Citeaux.
Dal 1108 al 1133, periodo della prima espansione cistercense, prestò servizio come abate e, secondo alcuni, fu il vero genio formativo dietro l’Ordine cistercense.
Di ritorno da Roma, verso l’Inghilterra, si fermò nell’abbazia di Molesme, dove conobbe l’abate benedettino Roberto di Molesme, che cercava di riformare lo spirito cluniacense, considerato ormai poco vicino all’ispirazione monastica benedettina.
Egli aveva fondato, in un clima di particolare austerità, proprio a Molesme nel 1075 il monastero. Questa caratteristica attirò l’interesse del giovane Stefano, che decise di fermarsi.
Con il tempo, la prosperità economica e le numerose filiazioni dell’abbazia di Molesme allontanarono l’abate Roberto e altri monaci, tra cui Stefano, inducendoli a lasciare Molesme per fondare un nuovo monastero, più vicino ai principi originari.
Nel 1098, ottenuta l’approvazione dell’arcivescovo di Lione, Ugo, Roberto, Alberico e Stefano Harding fondarono un nuovo monastero a Cîteaux.
Era stato loro donato un terreno dal visconte Rinaldo di Beaume (forse un parente dello stesso Roberto), oltre a ricevere aiuti materiali dal duca di Borgogna, Eudes.
A seguito della partenza dell’abate Roberto, vi fu grande scalpore nella regione e disonore per l’abbazia di Molesme. I monaci si rivolsero direttamente al papa Urbano II, chiedendogli di ordinare a Roberto di tornare a Molesme come abate.
Nel 1099 Roberto lasciò Cîteaux per tornare definitivamente a Molesme. Gli successe come abate Alberico, che guidò la congrega fino alla sua morte, avvenuta nel 1109. Alla sua morte fu eletto abate Stefano Harding.
Fu lui a introdurre una fase di cambiamento attraverso la famosa Charta Caritatis, uno degli statuti fondamentali dell’ordine cistercense.
La Charta Caritatis stabiliva i rapporti tra i diversi monasteri, le case-madri e le rispettive filiazioni. Prevedeva che tutti gli abati dovessero riunirsi una volta all’anno a Cîteaux.
Stefano si occupò della riforma dei libri liturgici, con la revisione del Graduario, dell’Antifonario e degli Inni. Fu lui a imporre la tunica bianca ai nuovi monaci, segno tangibile della particolare devozione alla Madonna e, forse, in contrapposizione al colore scuro dei benedettini cluniacensi.
Sotto la sua guida continuò il clima di austerità voluto da Roberto di Molesme. Mantenne l’obbligo per i monaci di sostenersi anche con il lavoro manuale, e gli edifici del monastero e la chiesa dovevano riflettere e testimoniare questo spirito di sobrietà.
Durante il suo abbaziato, dal 1109 al 1133, avvenne l’ingresso a Cîteaux di San Bernardo, il quale, portando con sé molti parenti e amici, diede vita alla fondazione del nuovo monastero di Clairvaux.
L’opera di San Bernardo diede un impulso decisivo e grandioso all’Ordine cistercense, facendolo diventare in breve tempo il più grande ordine monastico del periodo.
Nel 1115, Stefano inviò gli statuti e gli usi del nuovo ordine a un gruppo di monache di Jully-les-Nonnains, presso Digione, dando così inizio al ramo femminile dell’Ordine cistercense.
Si occupò anche di scrivere la prima storia dell’Ordine, nell’opera intitolata Exordium Cisterciensis Coenobii.
Ebbe un ruolo importante nel dirimere i contrasti che si verificarono tra le diverse filiazioni. Esausto e infermo, nel 1133 si dimise dalla carica di abate.
Morì il 28 marzo 1134 a Cîteaux, dove fu sepolto nella chiesa abbaziale accanto al suo predecessore Alberico. Le loro tombe furono poi spostate con la costruzione della nuova chiesa.
Alla sua morte, l’Ordine contava settanta monasteri diffusi in tutta Europa.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Cîteaux in Borgogna, nell’odierna Francia, santo Stefano Harding, abate: giunto da Molesme insieme ad altri monaci, resse questo celebre cenobio, istituendovi i fratelli laici e accogliendo in esso il famoso Bernardo con trenta suoi compagni; fondò dodici monasteri, che vincolò tra loro con la Carta della Carità, affinché non esistesse tra i monaci discordia alcuna e tutti vivessero sotto il medesimo dettame della carità, sotto la stessa regola e secondo consuetudini simili.
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