La forza della musica contro la barbarie

Beatrice Venezi torna a dirigere la Nuova Orchestra Scarlatti in occasione dell’ultimo dei tre concerti della rassegna “La forza della musica contro la barbarie”, promossa e finanziata dal Ministero della Cultura, in ricordo di Giovanbattista Cutolo, giovane e talentuoso cornista dell’orchestra partenopea. L’ultima occasione in cui la Venezi ha diretto la NOS in città è stata lo scorso agosto, nel Cortile delle Statue, tra passaggi di aerei, caldo tropicale, archi di piperno, porticati illuminati e vento che scompigliava i capelli ma soprattutto gli spartiti. Le cronache di quei giorni riferivano dell’anomala ondata di caldo e gli echi del conflitto Russia-Ucraina avevano abbassato sia i volumi dei microfoni sia l’intensità dei riflettori. Era estate piena e nulla doveva distrarre dal fortunato periodo tanto atteso, dalle vacanze: tutto … tutti gli sforzi dovevano essere orientati al realizzo di una stagione da primati, nel senso economico del termine, lasciando stare i nostri più vicini discendenti primordiali.

Domenica sera il concerto ha avuto luogo sulle prestigiose tavole del Politeama, palcoscenico che ha ospitato la prima parte della stagione del San Carlo in occasione del recente restauro al Massimo della nostra città. Tavole abituate a certe vibrazioni, tavole straboccanti di note; sala, poltrone e palchi già abituati a fungere da cassa di risonanza per rimandare applausi e avvolgere di affetto e calore i protagonisti dell’evento. Mancava il passaggio di aerei (al loro posto non sono mancati i cellulari che – per forza – desideravano testimoniare la loro presenza all’evento) ma la cronaca e le notizie che da giorni si susseguono a ritmi sempre più veloci, hanno aggiunto al clima in sala un sottofondo mesto, una vibrazione a bassa frequenza, mescolata alle note note di Rossini e Brahams, in piena coerenza con il titolo dato alla serata.
Nell’attesa dell’inizio la frenesia per l’evento è stata palpabile.
Il brusio informale di un pubblico distratto che, sentendosi rinchiuso in un’alcova protetta, cercava di ritrovare serenità formale con discorsi ordinari e rassicuranti, è apparso – forse – inadeguato al contesto ma, si sa, tutti adoperiamo riti apotropaici a difesa del nostro inconscio, soprattutto se a minare le sfere più profonde del nostro essere sono le atrocità che si perpetuano in ogni parte del mondo, fino a bussare la porta di casa nostra, come nel triste epilogo della vita del nostro giovane talentuoso musicista nel cui ricordo la serata è stata organizzata.
La scaletta – come annunciato da Gaetano Russo, direttore e interprete ideale dell’intero movimento intorno alla Scarlatti – è stata composta diversamente da quanto segnalato nel programma di sala.
La serata è stata aperta da quattro cornisti che hanno eseguito Le rendez vous de chasse di Gioachino Rossini, a sottolineare e dare risalto allo strumento del collega scomparso. A seguire, mentre ai lati della platea facevano ingresso i musicisti dell’orchestra e prendevano posto sulle poche poltrone libere in attesa di salire sul palco, è stato proiettato un commovente video in cui, in successione temporale, abbiamo rivisto le immagini di Giovanbattista suonare insieme ai suoi colleghi: in prova, in formazioni ridotte, in un’orchestra al completo, concedendo così al pubblico la possibilità di apprezzare la freschezza di musicisti in formazione affiancati dall’esperienza di navigati professionisti di strumento ed orchestre, caratteristica impagabile della filosofia dell’Associazione Alessandro Scarlatti.
Nella luce soffocata della sala abbiano sentito chiara la commozione degli orchestrali che si sono rivisti al fianco di Giovanbattista, e intravisto musiciste asciugare lacrime dignitose e sofferenti, tentando di salvaguardare il trucco per la scena.
Impossibile non sentirsi coinvolti in un clima così accorato.
Il secondo momento musicale è stato introdotto da due giovani musicisti che hanno raccontato il loro legame con Giovanbattista e il rapporto di affetto ed amicizia tra tutti i componenti la Scarlatti nelle sue varie formazioni. Non hanno mancato di esaltare il valore di Giovanbattista come musicista, trascrittore, interprete. Hanno concluso il loro accorato e commosso intervento introducendo l’esecuzione del brano “Giogiò”, composizione inedita di Bruno Persico, (pianista e direttore della Nuova Orchestra Scarlatti) e della Sinfonia n.1 di Johannes Brahms, da loro definita una “cattedrale” della musica mondiale, una delle sinfonie portanti dell’intero patrimonio musicale mai composto, quasi a voler prelarare in maniera adeguata l’eterogeneo pubblico presente in teatro. A dirigere l’evento Beatrice Venezi, cresciuta con la Scarlatti (parole di Gaetano Russo, direttore artistico della medesima orchestra) e ormai presenza gradita e costante delle ribalte partenopee, vanto nazionale e internazionale in un campo difficile – di solito declinato al maschile – nel quale ha scelto di esprimere il proprio talento
Non si esce mai indenni da un concerto di musica classica.
Le note, la passione, l’unione, l’armonia, la sinfonia: l’Orchestra.
La Direttrice come sempre si dimostra a casa sua. Perfetta padrona di casa in un contesto dove chiunque può entrare e fare la propria parte, musicisti e spettatori; dove chi vuole può portare il proprio contributo alla riuscita di un evento atteso a patto di rispettare le proprie indicazioni, a tratti perentorie, a tratti affettuose e confidenziali.
Ciascun direttore ha il proprio stile nella direzione e riscrittura di uno spartito; ciascun direttore ha il proprio repertorio di gesti e sguardi., ciascun direttore ha il proprio modo di comunicare con i musicisti. Restiamo attenti, sedotti dalla gestualità della Direttrice,  dal suo protendersi fisicamente verso il settore di orchestra coinvolto dallo spartito, dal suo fissare con lo sguardo il singolo senza perdere di vista, con la coda dell’occhio, l’insieme. Non potremmo fare diversamente. Impossibile distrarsi. La Direttrice a tratti sembra volesse trovarsi seduta al fianco del musicista chiamato ad un momento di rilievo nella sinfonia; quasi vorrebbe voltargli la pagina sul leggio. Beatrice Venezi  dà tutta l’impressione di voler partecipare direttamente al gesto musicale del suo musicista, agevolarlo, correggerlo, colorarlo, pur sapendo che il compito finale di dar voce, colore ed espressione alla musica – poi – è compito dei musicisti.
Il concerto prosegue tutto d’un fiato.
Vigore e sentimento espressi dall’orchestra; gesti ampi della Direttrice, leggibili anche dal pubblico; intesa e complicità intuibili dalla platea. La Direttrice toscana ha un temperamento coerente con le sue radici. Richiama all’ordine nei tempi ciascuna sezione orchestrale; invita in maniera veemente – quasi inesorabile – lo strumento di turno a far sentire la propria voce; chiede sentimento, avvicinando al petto la mano libera dalla bacchetta e la fa tremare, quasi a voler sollecitare ancora di più coinvolgimento emotivo e partecipazione.
Pubblico e musicisti quasi sembrava fossero mescolati; quarta parete abbattuta; successo ed applausi sembravano non volersi fermare. La Direttrice più volte richiamata dagli applausi ha regalato la fatica del lavoro appena terminato, senza negare il suo splendido e inconfondibile sorriso; ha richiamato per sezioni i musicisti consentendo al pubblico di indirizzare meglio il proprio clamore; ha stretto la mano al primo violino Daniela Cammarano con la confidenza di amiche consolidate, esprimendo così la storica amicizia che la lega a ciascun collega d’orchestra.
Al pubblico che chiedeva un bis, Gaetano Russo ha rivelato l’imponente lavoro cui orchestra e Direttrice si sono sottoposti per trovarsi pronti all’evento di domenica, rinchiudendosi in prova dalle 16 dello stesso giorno. Una fatica improba data la complessità dei brani presentati. Pertanto, riprendendo le parole del direttore artistico citato, i bis saranno tanti, rimandati ai prossimi concerti, ai tanti che l’Associazione Alessandro Scarlatti organizza nel corso dell’anno in diversi teatri cittadini.
Fuori il mondo brucia.
La Scarlatti non vuole essere lasciata sola: non lasciamo sola la Nuova Orchestra Scarlatti.

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