Sanghenapule: due “one man show” su un unico palco, stavolta San Gennaro il miracolo lo ha fatto in teatro
Mimmo Borrelli e Roberto Saviano, in rigoroso ordine alfabetico, sono riusciti in un qualcosa che forse non era mai stato portato in scena. Un lavoro con due “one man show”, entrambi protagonisti unici di un lavoro teatrale. Per qualcuno potrebbe trattarsi dell’ennesimo miracolo di San Gennaro. Ma stavolta il santo dei napoletani non ha alcun merito. Sanghenapule è la storia del santo più amato, ma il miracolo l’hanno fatto i due Mimmo e Roberto. Sono riusciti a mettere insieme una commedia perfettamente divisa in due. Da una parte la storia narrata, con Saviano protagonista unico. Allo stesso tempo la parte spettacolare, con un testo serrato, a volte di difficile comprensione, un misto tra latino maccheronico e napoletano arcaico, a volte parlato, altre volte cantato. La storia era la stessa, ma palesemente le due parti erano indipendenti l’una dall’altra. Al punto che si sarebbe potuto farne due lavori diversi. Il racconto di Saviano perfetto, la parte teatrale di Borrelli magari con qualche spiegazione in più per legare i vari interventi.
Teatro stracolmo, con gli spettatori alla fine uniti in un unico grande applauso. Segno che l’esperimento è riuscito. Uno si rende conto quando gli applausi sono convinti, o quando sono solo per apparenza. Stavolta nessun dubbio, applausi convinti.
E’ facile immaginare che la gran parte dei presenti fosse venuta per vedere Saviano, magari sperando, o temendo, che alla fine ci sarebbe stato un accenno alla camorra. Per fortuna nulla di tutto questo, il racconto è partito dalla storia di San Gennaro, ed è finito sempre con San Gennaro al centro dell’attenzione. Un santo sui generis, molto più vicino al popolo che a Dio, nel racconto dell’autore di Gomorra. Diciamo anche che l’impressione avuta è stata quello di uno che non credesse molto ai miracoli, un racconto non dissacrante, ma di certo molto scettico. Ma ci può stare, ovvio, la stessa Chiesa, ufficialmente, non si è mai pronunciata sul miracolo della liquefazione del sangue. Saviano anche in teatro si è confermato un grande affabulatore, capace con la sua voce di tenere desta l’attenzione.
Borrelli aveva un compito più arduo. E’ stato bravo, ma al tempo stesso in alcuni momenti ha dato l’impressione di essere troppo lungo nella sua performance. Ma questo immaginiamo lo sapesse anche lui, visto che ha firmato la regia del lavoro. La gente era tutta presa dalla storia di San Gennaro, come prevedibile.