Due donne, in un Tram

Si torna sempre volentieri al Tram, perchè il Tram è casa. E come ogni casa che si rispetti, riserva accoglienza sempre più calorosa a chi sceglie di varcare la soglia di questo angolo di pace, soprattuto in giornate dalla temperatura polare, come stasera. Piacevole sorpresa riserva il Tram ai suoi frequentatori, soprattutto dopo la sospensione dovuta alla pandemia che ha costituito per tante realtà motivo di crisi e disorientamento – se non di chiusura – o di rinnovamento e ripartenza, come è il caso del teatro sotto Port’Alba.
Proprio durante lo stop forzato a causa del covid nasce Im/pertetta Teatro, un progetto creato da donne e rivolto alle donne; un luogo – non soltanto fisico – dove dare espressione alla loro voce, storicamente soffocata da uno strapotere maschile che troppo spesso assume toni arroganti quando non diviene violenza. Ed è Im/perfetta Teatro a produrre Signora Odissea, nel teatro di Port’alba. Port’Alba, luogo tanto caro a giovani, musicisti, attori, turisti e avventori che si avvicinano ad una bancarella per acquistare un classico a due euro e si ritrovano circondati dalle bellezze architettoniche di Piazza Dante; avvolti dalle note di soprani o di strumenti in prova che aleggiano dalle finestre del Conservatorio di San Pietro a Maiella; scioccati dai multiforme e multietnici baretti di piazza Bellini; allettati dal Centro Storico a due passi … e stuzzicati dal tanto caro Teatro Tram.
Una proposta culturale in netto aumento per un teatro che da chissa quanti anni non smette di proporre stagioni interessanti e stimolanti, che alternano nomi illustri ad altri meno noti alla ribalta ma di indubbio valore. E, tra uno spettacolo e l’altro, leggiamo sui volantini, di corsi per aspiranti attori, scrittori di teatro, di dizione o letture guidate, iniziative interessanti  rivolte ai veri appassionati, per entrare con maggior consapevolezza allìinterno di testi e drammaturgie, e respirare più da vicino la seducente aria del palcoscenico.
Stasera – sabato – torniamo volentieri a vedere in scena Titti Nuzzolese e Roberta Misticone in “Signora Odissea”, coppia collaudata di attrici impegnate in uno spettacolo giovane, già proposto in altri palcoscenici della nostra città, ma che nel corso di questo fine settimana torna a casa: perchè Titti e Roberta sono nel salotto di casa nel loro Teatro Tram.
Due donne.
Due donne passate alla storia – Penelope e Circe – raccontano dal loro punto di vista la storia che ben conosciamo, che da millenni viene sempre presentata da uomini che la raccontano alla propria maniera.
Penelope e Circe – in scena – parlano a turno dell’ amore e della storia che le legano allo stesso uomo, Odisseo, facendo venire a galla sentimenti e fragilità che nella storia di Omero vengono offuscate dalle gesta dell’eroe Acheo.
Due donne diverse: l’una, donna terrena, che sposa Ulisse diventando regina, per poi vederlo andar via; l’altra, dea, che lo ama perdutamente e lo vorrebbe trattenere con sé sull’isola che avrebbe preso il suo nome (anche se poi sappiamo che isola non è), dove il padre l’ha mandata a vivere per l’eternità. Vite distanti, donne lontane, stesso amore: perchè, alla fine si ama in un solo modo.
Le attrici – a turno – prestano il proprio corpo alla scena mentre la collega di palco recita il suo monologo. Indossano maschere che richiamano quelle del teatro greco, dove le maschere servivano anche da altoparlante per la voce degli attori (certo, tremila anni fa non c’erano amplificatori e microfoni).
E dopo vari passaggi di testimone, dopo aver indossato più maschere ciascuna, le due donne svestono i panni delle protagoniste; si incontrano, si parlano, si sfidano: assurgano al ruolo di eroine non più vittime ma protagoniste della loro rinascita. Contendono lo stesso uomo, quindi cercano di avere la meglio sulla rivale. Si sfidano in un vivace e realistico combattimendo di spade (in scena vengono adoperati bastoni ma i volteggi e i fendenti sono reali) alla fine del quale si ritrovano complici, si accorgono di aver vissuto lo stesso amore, le stesse delusioni, lo stesso dolore nel veder andar via l’uomo amato, anche se per motivi e circostanze diverse.
Non sono più distanti. Si ritrovano simili, si avvicinano, si capiscono: si vogliono bene.
Le due attrici esprimono vigore in scena, ciascuna con il proprio stile e la propria formazione; rendono bene i sentimenti controversi dei loro personaggi e danno l’anima per far arrivare anche alle ultime poltrone il palpitare d’amore di cui sono protagoniste.
La sala – anche stasera – è piena.
Si presentano indifese al pubblico, disarmate, deboli. La regina, la dea, diventano donne comuni, capaci di amare senza limite e di vivere la stessa delusione dell’abbandono.
In scena offre musiche dal vivo Francesco Santagata, coadiuvato in penombra da computer, piani mixer e pedaliere a servizio di una chitarra elettrica a volte suonata anche con archetto.
L’effetto è esaltante, frutto di un’amalgama collaudata ed efficace in una scenografia essenziale e spartana…perchè a teatro si può fare tanto, con poco.
Si replica ancora domani, domenica 21 gennaio alle ore 18 e – in replica straordinaria – anche alle 20,30.

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