Agosto a Osage County: il trionfo del teatro dell’assurdo
Come definire “Agosto a Osage County” la cui prima è andata in scena al teatro Bellini nella serata di giovedì? Per l’autore, Tracy Letts è un dramma. Il dramma di una famiglia, la famiglia Weston, iniziato con la sparizione del capofamiglia, poi trovato morto, probabilmente suicida, dopo qualche giorno. E la morte di Beverly riunisce la famiglia, portando alla luce una serie infinita di problemi.
Più che un dramma però verrebbe da dire che si tratta di teatro dell’assurdo. Non inteso nel senso tradizionale, come venne coniato dal critico Martin Esslin, che ne fece il titolo di una sua pubblicazione del 1961, The Theatre of the Absurd. Per Esslin il lavoro di questi autori consiste in una articolazione artistica del concetto filosofico di assurdità dell’esistenza, elaborato dagli autori dell’esistenzialismo (si vedano ad esempio le tesi di Jean-Paul Sartre risalenti agli anni trenta e quelle successive di Albert Camus, esposte anche nelle proprie produzioni narrative e appunto teatrale, oltre a quella consueta saggistica). Il senso di teatro dell’assurdo riferito a “Agosto a Osage County” riguarda proprio una storia assurda. In tutte le famiglie ci sono problematiche più o meno evidenti. Ma nella famiglia Weston è un crescendo di cose assurde. Un rincorrersi di personaggi equivoci. Non ce ne è uno normale. Neanche nei nuovi arrivati, i compagni delle tre figlie.
La storia non c’è, ad essere sinceri. La storia finisce quando si ha la conferma della morte di Beverly, un vecchio poeta alcolizzato. Poi è tutto un susseguirsi di avvicendamenti slegati tra di loro, accomunati dalla follia. E questo magai aiuta anche a seguire il tutto. Perché se si distrai un attimo non perdi nulla, la scena successiva è completamente slegata. La storia non c’è al punto che ad un certo punto uno si aspetta un colpo di scena a sorpresa, magari il ritorno di Beverly, il cui corpo era stato devastato dal fatto di essere stato tre giorni in acqua. Magari la figlia che lo ha riconosciuto si era sbagliata. Nulla di tutto questo, Beverly è morto davvero, manca il finale a sorpresa. Manca del tutto il finale, ad essere sinceri.
Quindi parliamo di un lavoro che non merita di essere visto? Al contrario, parliamo di un lavoro che ha tenuto attenti il pubblico per quasi tre ore, intervallo compreso. Bravissimi gli attori, bravo il regista. Perché stiamo parlando di un’opera teatrale che per tutta evidenza non aveva lo scopo di trasmettere un qualche insegnamento, ma di regalare una serata diversa. Missione compiuta.