Un anno senza Vialli !
Nella sede dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, ad uno dei corsi che periodicamente siamo obbligati a frequentare, tra i relatori c’erano Paolo Rossi e appunto Vialli, nominato pochi giorni prima capo delegazione della Nazionale Italiana. Questa nomina aveva reso possibile la riunione dei gemelli, Mancini e Vialli, di nuovo insieme per la causa azzurra. Ricordiamo tutti come andò a finire: l’abbraccio con le lacrime dei due che, dopo l’ultimo rigore, ci regalavano il secondo titolo europeo. Una gioia che leniva la pesantezza di quel periodo, indimenticabile. Come fu indimenticabile quella mattinata con Rossi, anche lui compianto, e Vialli a raccontarsi a pochi metri da me.
Da suo fan avevo appena letto Goals – 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili il libro in cui aveva raccolto 98 storie sportive più la sua, autobiografica. Motivazione, meditazione e accettazione di ciò che la vita possa riservare. Nessuna rassegnazione ma consapevolezza nel dover dare tutto, finché ci è concesso. Il messaggio del Vialli spirituale, pronto a restituire agli altri, quasi un maestro di vita oltre che di calcio, è arrivato forte ai giocatori azzurri in quella stagione perfetta e anche a me quella mattina. Avevo con me la copia del libro, ho cercato di raggiungerlo tra la folla che premeva per chiedergli una foto ricordo, un selfie, stringergli la mano. Non è stato come le altre volte, quel carisma mi è piombato addosso con la fragile potenza che la malattia gli aveva consegnato. Dignità e fierezza nell’affrontare un nemico tremendo.
Quando l’ho raggiunto ho avuto davanti tutto questo, timidamente e con un filo di voce l’ho istintivamente chiamato “Signor Vialli” per chiedergli l’autografo sulla copia del libro e una foto che conservo gelosamente. Veramente un gran signore, Gianluca Vialli.