Un anno senza il Cavaliere

Una cerimonia ad Arcore, la commemorazione in Parlamento, la famiglia, gli amici e il ricordo di Mediaset a reti unificate: sarà celebrato così Silvio Berlusconi a un anno dalla sua scomparsa.  Da segnalare soprattutto  e al Se  Per tutti sarà il capogruppo di FI, Maurizio Gasparri, a ricordare Berlusconi in aula. Un segnale di vicinanza che ha un valore particolare: fu proprio la Giunta delle immunità di quel ramo del Parlamento a votare, nel 2013, la sua decadenza da senatore per effetto della legge Severino applicata dopo la condanna per frode fiscale, nel processo Mediaset. Un’onta che il patriarca azzurro non accettò mai, nemmeno quando tornò a sedersi in Aula, da eletto, il 13 ottobre 2022.

La malattia

 Quattro volte presidente del Consiglio, fondatore di Fininvest e Mediaset, ex presidente del Milan, e ideatore di Forza Italia, Berlusconi è morto il 12 giugno 2023 dopo l’improvviso aggravarsi delle sue condizoni di salute che lo avevano costretto ad un nuovo ricovero all’ospedale San Raffarele di Milano. Aveva 86 anni e da tempo combatteva contro una leucemia mielomonocitica cronica, ultima di una lunga serie di malattie a cui non aveva alcuna intenzione di arrendersi, ma che gli è stata fatale. Dall’ospedale era stato dimesso il 19 maggio, dopo 45 giorni serviti a curare la polmonite e i problemi renali e portare avanti le cure per la leucemia. Era rientrato a casa il 9 giugno. E niente faceva pensare al tracollo che invece si è verificato in mattinata. Aveva lavorato fino all’ultimo alla riorganizzazione del partito in vista delle prossime elezioni europee e ne aveva parlato anche nel video inviato alla convention di Forza Italia di maggio.

 

I funerali di Stato

Avendo detenuto la carica di Presidente del Consiglio dei ministri, Berlusconi ha avuto diritto per legge ai funerali di Stato, che si sono tenuti il 14 giugno nel Duomo di Milano, officiati dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, alla presenza di tutte alte cariche dello Stato, di esponenti politici di vari schieramenti ed altre personalità sia italiane sia estere, con una presenza totale di 2.300 persone nella cattedrale e altre 15mila nella piazza antistante. Per decisione del Consiglio dei Ministri, il giorno del funerale è stato indetto, non senza polemiche, il lutto nazionale, con sospensione per tutta la settimana dei lavori parlamentari. «Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà, ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio» ha detto l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini nell’omelia pronunciata in Duomo in occasione dei funerali.

Il testamento

Berlusconi ha lasciato le sue ultime volontà in forma di testamento olografo, scritto a più riprese su carta intestata “villa San Martino” e depositato presso uno studio notarile milanese, dove fu aperto il 6 luglio 2023. Nel testamento emergono le direttrici chiave della divisione dell’impero. Un tesoro stimato da Forbes in 6,4 miliardi che insieme a Fininvest contiene un portafoglio immobiliare, fatto di ville e appartamenti, e poi gli yacht, le opere d’arte, investimenti e la liquidità. Le chiavi del controllo di Fininvest sono consegnate ai figli Marina e Pier Silvio. Ma Berlusconi garantisce a Barbara, Eleonora e Luigi il 40% del suo patrimonio e dona 100 milioni a testa al fratello Paolo Berlusconi e alla compagna Marta Fascina e 30 milioni all’amico Marcello Dell’Utri. Il testamento svela il momento in cui il Cavaliere ha iniziato a preoccuparsi del futuro dopo di lui. Il destino di Fininvest è stato deciso nel 2006, quando, ad Arcore, Berlusconi di suo pugno ha sigillato il cuore della futura divisione dell’impero: «Lascio la disponibile in parti eguali ai miei figli Marina e Pier Silvio. Lascio tutto il resto in parti uguali ai miei cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi». Le due aggiunte successive, datate 2020 e 2022, segnano gli anni in cui le condizioni di salute del Cavaliere sembravano peggiorare. Qui Berlusconi non dimentica le tre persone a lui più care, l’ultima compagna Marta Fascina, il fratello Paolo e l’amico fraterno Marcello Dell’Utri. Per loro pensa a una donazione: 100 milioni ai primi due e 30 milioni a Dell’Utri: «Per il bene che gli ho voluto – è la dedica – e per quello che loro hanno voluto a me».

Eredità politica a Tajani

Sul fronte politico a prendere il testimone della nuova era di Forza Italia senza il Cavaliere è Antonio Tajani. Il vicepremier e numero due di fatto del partito è il trait d’union con la famiglia del Cavaliere cioé con coloro che, più di ogni altro finora, possono garantire l’esistenza in vita di FI. Non a caso è a Tajani che telefona Marina Berlusconi, per ringraziare tutto il partito dell’affetto e vicinanza mostrata «nel rispetto dei ruoli». In sostanza la famiglia non lascia gli ormeggi della creatura politica del padre – compresi i debiti finanziari – ma ciascuno nel proprio perimetro. E in quello politico, per ora, decide Tajani. Altri frontman non ce ne sono. E nemmeno frontwoman, se qualcuno avesse pensato all’ultima compagna del Cavaliere per un ruolo più politico. Altra garanzia ribadita sempre da Tajani, è sul nome del leader, che resterà nel simbolo («Questo è e sarà sempre il partito di Silvio Berlusconi»). La famiglia Berlusconi intende continuare quindi a sostenere FI, anche in virtù dell’affetto per la creatura politica cui Silvio Berlusconi ha dedicato gli ultimi 30 anni della sua vita. Un supporto che, ovviamente, deve affiancarsi all’impegno di Forza Italia a proseguire nel percorso di rafforzamento della propria dotazione finanziaria

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