Sanità, medici famiglia: “Contro aggressioni più personale in ospedali e territorio”

Di Fabrizio Battipaglia  

Roma, 17 ago. (Adnkronos) – Il fenomeno delle “aggressioni in ospedale” tenderà ad “aumentare perché la popolazione invecchia e di conseguenza cresce il bisogno di salute di anziani e fragili”. Ma allo stesso tempo “i servizi sanitari sono depauperati dal punto di vista del personale e delle strumentazioni. Inoltre, in questo periodo gli ospedali riducono i posti letto, il personale anche sul territorio è in ferie. Risultato? I pronto soccorso sono intasati e molti cittadini non sanno cosa sia un triage. Ognuno rivendica il proprio problema come ’emergenza primaria’ e non sa aspettare, come dimostra l’aggressione agli operatori sanitari dell’ospedale di Castellammare di Stabia”. Così all’Adnkronos Salute Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). “Bisogna formare le nuove generazioni già nelle scuole – spiega Scotti – puntando sull’educazione civica, educare i cittadini sull’utilizzo dei servizi pubblici. Ma il problema principale ad oggi è la totale carenza numerica di medici del territorio che stanno andando in pensione. E con le Case di Comunità sarà anche peggio”. Per Scotti occorre “aumentare il personale negli ospedali e sul territorio ma è fondamentale anche orientare la formazione ai fabbisogni reali”. In altre parole, in Italia “servono meno dermatologi e chirurghi estetici. C’è, invece, un forte bisogno di medici di Medicina generale e di medici di Urgenza e Emergenza” conclude.

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