Ilaria Vitagliano, una scelta di talento e di passione. Dall’Arena di Giletti al Design della Moda Mare

Di Giulia Di Lorenzo 

Napoli, nella strada dello shopping di lusso il punto vendita della ex modella che ha detto basta con il mondo dello spettacolo. «È difficile fare la imprenditrice partendo da zero ma mi sento realizzata» Mollare i concorsi di bellezza, gli shooting da modella, il sogno di Miss Italia, le passerelle di moda, la tv, che le aveva offerto anche una postazione fissa nell’Arena di Massimo Giletti, per diventare imprenditrice a tempo pieno dopo aver creato una linea di costumi da bagno. È stata la scelta di Ilaria Vitagliano, 38 anni, napoletana di San Pietro a Patierno. Un cambio di vita radicale avvenuto anche dopo l’incontro con i social: «Grazie al fatto – racconta mentre è in procinto di inaugurare il primo negozio a suo marchio nella strada dello shopping di lusso di Napoli, via Morelli – che Instagram e TikTok possono dare visibilità senza scendere a compromessi, come accade in genere nel mondo dello spettacolo. Con i social conta solamente chi sei, come ti poni, cosa comunichi: non devi chiedere il permesso a nessuno per avere spazio, per mostrarti agli occhi delle persone e avere successo».
E Ilaria, che oggi ha quasi 100 mila follower solo su Instagram, è riuscita a conquistare la sua fetta di pubblico e di clientela grazie alle sue creazioni di beachwear. Negli anni, ha sempre coltivato una forte passione per i costumi da bagno femminili e per i loro accessori fuori acqua (parei, kimoni, borse). E, a un certo punto, l’attrazione è stata fatale. Soprattutto quando ha cominciato a ideare il ‘costume-gioiello’, come l’ha chiamato al momento della registrazione: «Un costume impreziosito da accessori bagnati in oro talmente elegante – dice – da poter essere utilizzato anche come sottogiacca».
Le sue creazioni vanno dai 90 euro in su, ma sono prodotti caratterizzati da un’alta qualità dei tessuti nonché da una accurata sapienza sartoriale sui quali l’ex modella scommette per sfidare i grandi marchi della moda, non solo quelli presenti in via Morelli. Il suo talento imprenditoriale, infatti, l’ha portata già a confrontarsi sui mercati internazionali. Anzi: si può dire che ha avuto il via proprio all’estero: «Il mio primo ordine – racconta Ilaria – lo conquistai alla fiera di Lione: fu quello che mi diede la linfa vitale per continuare a investire e andare avanti. Mi arrivò da un investitore di Mall of the Emirates: fu lui il primo a credere in me ed è stato grazie a lui se poi ho avuto la possibilità di acquisire clienti anche in altri Paesi esteri. In Italia – testimonia Ilaria – non è facile imporsi per una donna nel campo imprenditoriale, soprattutto quando si parte da zero e si inizia a muovere i primi passi in un quartiere di periferia: ricordo ancora la faccia dell’impiegato postale quando, da giovanissima, gli raccontai la ragione per cui ritiravo tutti i miei risparmi. Per fortuna, sono stata sempre molto determinata».

Anche quando ha detto addio al mondo dello spettacolo, Ilaria non ha avuto ripensamenti. Ora, l’unico contatto che ha con quel mondo è costituito dalle persone che negli anni ha avuto modo di conoscere anche lontano dalle telecamere e ora si rivelano sue vere amiche: «Le mie creazioni sono state indossate già da Francesca Cipriani, Guendalina Canessa, Anna Tatangelo, Dayane Mello, Clizia Incorvaia, Carolina Marconi, Manila Nazzaro, Matilde Brandi, Milena Miconi, Mercedesz e Eva Henger, Ginevra Lamborghini, Elisabetta Gregoraci, Carmen Russo, Veronica Maya. Vedere i miei costumi su donne come loro mi regala una gioia immensa. Molto più grande e gratificante di quella che provavo quando ero io a sfilare o a comparire davanti a una telecamera. Ora, lo faccio solo qualche volta nei miei video su TikTok quando presento le mie creazioni e tanto mi basta: quello dello spettacolo è un mondo in cui tornerei solo a determinate condizioni. Finora, posso dire che mi sono realizzata pienamente solo nelle vesti di imprenditrice, nello sfidare tutti i giorni me stessa senza avere capi cui dover dare conto. È una condizione senza compromessi, che mi responsabilizza. E che, naturalmente, mi mette sempre alla prova perché voglio che le donne che vestono le mie creazioni si sentano sempre belle».

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