Lazio, Lotito: “Io il primo a prendere posizione contro gli ultras e vivo ancora sotto scorta”

Di Fabrizio Battipaglia  

In merito alla maxi inchiesta aperta dalla Procura Antimafia di Milano sul legame tra criminalità e ultras che ha portato all’arresto di 19 capi ultrà di Milan e Inter si è espresso il Presidente della Lazio Claudio Lotito, uno dei primi a prendere una netta posizione sul tema stando a quanto riportato da Il Messaggero:

“Non voglio fare il bello, specialmente in questo momento, ma io sono stato il primo ad assumere una posizione molto chiara. Ho fatto una scelta di campo: fra consenso e legalità ho scelto la legalità, con le conseguenze che ne sono derivate per la sicurezza personale e della mia famiglia. Ancora oggi vivo sotto scorta, ricevo minacce telefoniche, anche 7-8 al giorno, cortei e cori contro, volantini con la mia tomba e le candele, ma tengo il punto e non mi piego”. Avevo già detto tutto alla commissione antimafia, ora da giorni mi fanno i complimenti in aula per tutto quello che ho fatto e perché non mi sono mai spaventato. Avete visto che cosa sta succedendo? E sono convinto che uscirà dell’altro. Ci sono altre indagini in corso, non solo a Milano… Ancora oggi mi attaccano da tutte le parti, ma io combatto. Se scendi a compromessi, sei morto. Io ho indicato la strada 20 anni fa e il mio esempio può essere seguito. Basta con quelli che vogliono fare i tifosi per professione per guadagnare soldi, è arrivato il momento di non legittimare più i delinquenti. Tifoso significa appassionato e la passione si persegue con il diritto di critica, ma sempre nel rispetto delle regole. Ma quando si vuole condizionare l’operato delle persone per fini personali si può finire in logiche perseguite dal codice penale e non solo”.

Poi il patron biancoceleste ha parlato anche dell’incontro con il noto capo ultrà, Diabolik, alias di Fabrizio Piscitelli, ucciso nel 2019:

“Mi ricordo ancora quando incontrai quattro tifosi della Lazio. È tutto agli atti degli inquirenti, li incontrai in Piazza Cavour, davanti al cinema Adriano. Si presentarono quattro persone e uno di questi, pace alla sua anima, era Diabolik. Piscitelli si presentò e mi disse: “Preside’, buonasera, io sono Diabolik”. Lo guardai e gli risposi: “Buonasera, ispettore Ginko”. Diabolik mi chiese se stavo scherzando. No, gli risposi. E dissi: “Io sto dalla parte delle guardie”. Racconto sempre questo episodio…”. 

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