Oggi nasceva Beato Pietro Donders
Beato Pietro Donders
23 maggio 1982, Roma, papa Giovanni Paolo II
Avrebbe passato tutto il resto della vita in Suriname: prima, dal 1842 al 1866, come prete secolare e poi, dal 1866 al 1887, come redentorista. Dedicò i suoi primi quattordici anni americani alle necessità della sua parrocchia di Paramaribo, prendendosi cura della popolazione indigena, visitando i malati, catechizzando bambini e adulti, e trovando anche il tempo di andare nelle piantagioni a evangelizzare gli schiavi neri, cercando di alleviare il dolore della loro orribile condizione.
Nel 1856 Pietro si recò volontariamente nel lebbrosario della colonia di Batavia; un testimone convocato al suo processo di beatificazione avrebbe detto di lui: «La gente di Batavia amava frate Donders, non solo per i grandi servizi che ci prestava, come bendare i nostri piedi, portarci l’acqua o cose del genere, ma anche perché ci aiutava con le sue preghiere e il suo insegnamento». Si trattava di un aiuto tanto spirituale quanto materiale. Nel 1865 il vicariato del Suriname fu affidato ai redentoristi, e il vescovo Swinkels ne divenne il vicario apostolico. I J’anno seguente Pietro e frate Romme vennero accettati come novizi redentoristi e nel 1867 presero i voti; poco dopo Pietro sarebbe tornato, con un altro prete, dai suoi amati lebbrosi. Non essendo più solo poté finalmente dedicarsi anche a un’altra sua ambizione: portare Cristo agli indiani caribi (Arrowak e Warros) e agli schiavi fuggiti nelle foreste. Quest’opera lo obbligò a lunghi, difficili e pericolosi viaggi, scarsissimi di risultati quanto a convertiti, specialmente tra i caribi. A parte alcuni mesi a Paramaribo e Coronie, Pietro trascorse quasi tutto il resto della sua vita operando con fiducia assoluta in Dio e nella Beata Vergine presso i lebbrosi e gli indiani. Dopo una breve pausa, nel novembre del 1885 era già ritornato a Batavia; questa volta però il suo soggiorno fu breve: il 14 gennaio 1887 morì pacificamente, senza lamentarsi e come sempre rassegnato alla volontà di Dio. Venne sepolto nel cimitero del lebbrosario. Vale la pena citare le descrizioni fatte da due persone che lo conoscevano bene: «Era eccezionalmente tenace, provato da ogni sorta di santo eccesso; basso di statura, magro, bianco di capelli, senza denti e leggermente incurvato» (citazione del vescovo Swinkels). Il secondo testimone invece disse: «Vorrei inviarvi un resoconto delle sue grandi opere, ma il suo splendore era soprattutto interiore; non fece mai nulla di particolarmente straordinario nella sua vita quotidiana». Non era dunque un operatore di miracoli o di eventi straordinari, ma un semplice uomo di preghiera, con una fede sconfinata in Dio e una dedizione illimitata alle anime.
Dopo la morte la sua fama si diffuse particolarmente all’interno della sua congregazione e, ovviamente, in Suriname e in Olanda, così che la sua causa fu finalmente presentata a Roma nel 1913; papa Giovanni Paolo II, in deroga all’obbligo dei due miracoli e accontentandosi di uno solo, lo beatificò il 23 maggio 1982. Attualmente, per ragioni non note, la causa di canonizzazione sembra essere sospesa.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Batavia nel Suriname, beato Pietro Donders, sacerdote della Congregazione del Santissimo Redentore, che con carità instancabile si prese cura dei corpi e delle anime dei lebbrosi.