DALLE ANTIPATIE DEI TIFOSI AL RUOLO DI TALISMANO: COM’È CAMBIATA LA VITA DI MARIO RUI

Di Angelo Tortora

 

“Mario Rui è lo stesso che, un bel po’ di anni fa, avvertiva la diffidenza a pelle in uno stadio evidentemente ancora – e a lungo – travolto dalla nostalgia per quel Ghoulam così elegante, travolto dalla sorte e spedito ripetutamente in sala operatoria: o forse no, magari c’era altro, una percezione distorta di un calcio che poi è andato affermandosi, del palleggio sempre disinvolto e comunque appropriato d’un portoghese mai piegato al pregiudizio”. Scrive così l’edizione odierna del Corriere dello Sport sottolineando il dato secondo cui in tutte le sconfitte stagionali Mario Rui era assente:

“Il “professore”, come da citazione di Spalletti, il Napoli se lo è preso da un bel po’ – questo è il sesto anno, ormai va per le duecento presenze – ma è nell’ultimo biennio che le sue quotazioni alla borsa della simpatia del “Maradona” sono cresciute ed è da venerdì scorso che la sua popolarità è schizzata clamorosamente verso l’alto: è bastato accorgersi che avere Mario Rui o non avercelo non è statisticamente la stessa cosa; è stato sufficiente riflettere sulle sconfitte stagionali – con l’Inter e con la Lazio in campionato, con la Cremonese in coppa Italia ai rigori, a Liverpool in Champions League – è stato immediato andare a rileggersi le formazioni ed accorgersi che in quelle notti un po’ brulle, al Napoli è mancato il suo esterno, la sua tendenza ad andare in mezzo al campo, la sua personalità divenuta un must o anche semplicemente quel ruolo da talismano che ormai si ritrova incollato addosso, perché i social non perdonano”.

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