In Francia esplode la rabbia: scontri e arresti

Di Pasquale Gagliardi

Il presidente francese, Emmanuel Macron, si rivolgerà oggi ai francesi rispondendo in diretta tv alle domande dei giornalisti di TF1 e France 2, alle 13, in seguito all’adozione da parte del parlamento della sua contestatissima riforma delle pensioni.

Il bilancio definitivo della notte di protesta a Parigi e in molte altre città della Francia in seguito al passaggio della legge di riforma delle pensioni è di 287 fermi, di cui 234 soltanto a Parigi.

Nella capitale ci sono stati momenti difficili al passaggio di piccoli gruppi molto mobili di dimostranti in grado di sorprendere la polizia e invadere diversi quartieri bruciando cassonetti e danneggiando panchine e mobilio urbano, bicicletti e materiale di cantieri. I pompieri, con grossi camion e idranti, arrivavano dietro i poliziotti e spegnevano gli incendi appiccati. Particolarmente spettacolare è stata “l’invasione” della Bastiglia e del Marais, attorno a mezzanotte, con i giovani che hanno acceso i fuochi sono poi fuggiti in direzione place de la Concorde. Sul fronte dello sciopero più temuto, quello delle raffinerie, le forze dell’ordine sono intervenute stanotte per sbloccare il terminale petrolifero di Donges, nell’ovest del paese, dopo una settimana di occupazione. Fonti degli scioperanti parlano di “scontri” durante l’intervento della polizia. Il governo ha anche annunciato, stamattina, precettazioni di personale al deposito petrolifero bloccato di Fos-sur-Mer, nel sud-est. “Decine di persone sono state arrestate in modo violento. Esigiamo la fine immediata degli arresti”, ha protestato il leader della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon.

Governo salvo per 9 voti, in Francia esplode la rabbia

La riforma delle pensioni è legge, il governo di Elisabeth Borne è salvo, la rabbia contro Emmanuel Macron esplode in pochi minuti in piazza: la maggioranza del Paese non accetta il responso parlamentare che per soli 9 voti ha salvato il governo e l’odiata riforma che aumenta l’età minima per la pensione da 62 a 64 anni.

“Adesso è ora di passare alla sfiducia popolare”, ha gridato il “condottiero” della contestazione, Jean-Luc Mélenchon, invitando i francesi a non arrendersi e a proseguire la battaglia “con le manifestazioni, con gli scioperi”.

Il Paese rischia il blocco, le raffinerie chiudono, gli studenti sono pronti a scendere in piazza, i trasporti, la nettezza urbana, la sanità, tutti i settori sono pronti a dare battaglia “fino al ritiro” della riforma, come ripetono Mélenchon e tutti i sindacalisti, più uniti che mai. Se nelle piazze i francesi si radunano nonostante i divieti – molti sono studenti, anziani, persone tranquille, anche se piccoli gruppi si battono contro la polizia – dai saloni dell’Eliseo trapela agitazione.

Il presidente francese, Emmanuel Macron esclude al momento “uno scioglimento” del Parlamento, come anche un “rimpasto” di governo o la convocazione di un “referendum”: è quanto affermano i partecipanti di una riunione all’Eliseo convocata all’indomani dell’adozione della contestata riforma delle pensioni

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