A Lecce vittoria sporca, ma che profuma di scudetto
Magari non è stato il Napoli più bello, ma la vittoria di Lecce è di quelle che pesano terribilmente. Un Napoli che nonostante un vantaggio abissale in classifica ha sulla faccia le 4 sberle rimediate al Maradona contro il Milan. In simili condizioni non è mai semplice scendere in campo. Per di più contro un Lecce che già all’andata era riuscito a frenare la corsa azzurra.
Un Napoli che non sembra neanche lontano parente non diciamo di quello tra gennaio e febbraio, ma non somiglia neanche lontanamente a quello che una decina di giorni prima aveva maramaldeggiato contro il Torino in trasferta. La sensazione è che Lobotka non è al top. E al di là dell’assenza di Osimhen, è chiaro che quando non gira lo slovacco non gira la squadra. In tanti hanno dato colpe ad Anguissa per la prestazione non certamente straordinaria contro i rossoneri. Ma il camerunense è completamente differente da Lobotka. Quando quest’ultimo non gira, per Anguissa è difficile emergere.
A dire il vero era lecito attendersi qualche difficoltà iniziale. Quello che non era lecito attendersi era che dopo il vantaggio iniziale con Di Lorenzo, la squadra arrancasse. Si vede che qualcosa nella mente dei calciatori era cambiata. C’era voglia di vincere, ma al tempo stesso un po’ di preoccupazione di troppo.
Alla fine però è arrivata la vittoria, adesso, in attesa di capire cosa accadrà tra Lazio e Juve, mancano 4 vittorie al traguardo. Vittoria tutto sommato anche meritata, ma un pareggio non avrebbe fatto gridare allo scandalo. Vittoria arrivata su autogol, per di più con un paperone del portiere di casa. Ma ci sta. Il Lecce per altro oltre al gol non ha costruito nessuna palla gol importante. Ha solo pressato molto. Ci fosse stato il solito Napoli, ci fosse stato Osimhen, sarebbe stata una goleada. Senza il nigeriano, e con la faccia ancora rossa per gli schiaffi rimediati col Milan, le cose sono andate in modo diverso. Ma mai come in questa circostanza contava solo la vittoria.